Ogni anno, da 16 anni, grazie alla collaborazione tra Voci per la Libertà e Amnesty International e, soprattutto, alla passione e alla competenza dei volontari e dello staff di entrambe le organizzazioni, si tiene un meraviglioso evento musicale, nell’ambito del quale centinaia di giovani musicisti si esibiscono dal vivo, dando il loro personale contributo alla costruzione di un mondo fondato sul rispetto dei diritti umani.
E da 11 anni quell’evento – il festival musicale Voci per la Libertà che, nel 2013, per la seconda volta si svolge a Rosolina Mare sul Delta del Po – è la sede dell’assegnazione del Premio Amnesty Italia al miglior brano sui diritti umani composto da un solista o da un gruppo già affermati.
Nella scorsa edizione sono stati premiati Fiorella Mannoia e Frankie Hi-Nrg. Quest’anno è la volta di Enzo Avitabile che, insieme a Francesco Guccini, ha raccontato in un splendida canzone bi-dialettale la storia di “Gerardo Nuvola ‘e povere”.
Gerardo è un uomo che migra in cerca di una vita migliore per sè e per la propria famiglia. Il suo destino, però, è tragico, come quello di tante persone nel mondo, Italia compresa. Migranti che vengono fermati alle frontiere e rispediti con la forza al punto di partenza – incontro alla fame, alle persecuzioni, alle guerre (alimentate da armi che, invece, le frontiere sembrano attraversarle con estrema facilità). O migranti che riescono in qualche modo ad attraversarle, le frontiere, a entrare e a lavorare, ma che, essendo illegali, non hanno diritti: possono essere sfruttati impunemente perché se si rivolgono alle autorità sono loro i primi a rischiare la detenzione e l’espulsione.
Per riuscire a parlare di queste e altre storie di violazione dei diritti umani, per farsi sentire da tanti, mobilitare l’opinione pubblica, trasformare l’indignazione in azione e contribuire a costruire, passo per passo, un mondo meno inumano, Amnesty ha bisogno di molto aiuto. La musica, tra le arti, è quella che meglio riesce a raggiungere un pubblico ampio e spiegare come è il mondo in cui viviamo e come potrebbe essere migliore. E da mezzo secolo, da quando Amnesty International era un’organizzazione piccola e sconosciuta, la musica fa la sua parte.
Amnesty ci conta … e ringrazia.
Antonio Marchesi
Presidente Amnesty International Italia
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