È uscito il secondo numero della versione online della rivista I Amnesty, dedicato ai temi della campagna “Ricordati che devi rispondere”, sulle sfide che il nostro paese deve affrontare riguardo ai diritti umani: il tema della violenza contro le donne con un’intervista a Riccardo Iacona, quello dei diritti delle persone Lgbti con un articolo di Claudio Rossi Marcelli, quello della condizione delle persone rom con un testo firmato da Moni Ovadia e uno spaccato sulle condizioni nelle carceri con un suggestivo racconto del Collettivo Sabot.
La rivista contiene anche il racconto della ricercatrice di Amnesty International in missione in Siria, l’intervista a una nota attivista del delta del Niger e al musicista russo Max Dmitrieff, spinto ad andarsene dal suo paese per continuare il suo percorso artistico, e infine un’analisi delle prossime elezioni in Iran di Marco Curatolo, di Iran Human Rights.
La sezione dedicata alle attività dell’organizzazione propone un articolo sugli importanti cambiamenti che Amnesty Inerntional sta avviando a livello internazionale, per aumentare l’efficacia del suo impatto sui diritti umani, e tutte le informazioni sui prossimi campi estivi!
E poi le buone notizie, tante news, gli appelli, le recensioni e tanto altro. Anche questo numero offrirà ai lettori molti contenuti aggiuntivi da esplorare, come video, audio, gallerie fotografiche, link di approfondimento e attivazioni.
Per sfogliare la rivista basta visitare il sito www.trimestrale.amnesty.it, dove oltre a scaricare il pdf con i link multimediali a seguito di una semplice iscrizione, saranno disponibili alcuni dei contenuti del numero appena pubblicato.
EDITORIALE
Cara amica, caro amico,
in questi ultimi mesi, in vista delle elezioni, abbiamo chiesto ai candidati di accettare la sfida di cambiare il nostro paese, affrontando 10 tematiche relative ai diritti umani. Alcune di queste richieste, di cui parleremo nelle prossime pagine, riguardano la politica interna ma abbiamo voluto sottolineare anche l’importanza delle scelte di politica estera poichè, come membro della comunità internazionale, l’Italia ha la possibilità di far sentire la propria voce a favore dei diritti umani. Abbiamo indicato alcuni temi specifici sui quali l’Italia puo’ dare il suo contributo a livello internazionale, ad esempio nella promozione della moratoria sulla pena di morte, per la quale già in passato il nostro paese è stato determinante. È importante continuare la battaglia contro questa e altre gravi violazioni, anche nei rapporti diplomatici con paesi economicamente importanti come Usa, Cina e Giappone. L’Italia può inoltre avere un ruolo attivo e cruciale nei negoziati per un trattato internazionale sul commercio delle armi, per combatterne la vendita incontrollata a gruppi armati e regimi che le usano contro la popolazione civile, come sta avvenendo per esempio nella Repubblica Democratica del Congo o in Siria. Per portare avanti questi obiettivi in modo credibile, il governo italiano deve evitare, come in passato, di anteporre gli interessi economici al rispetto e alla tutela dei diritti umani. L’Italia deve poter controllare l’operato di imprese multinazionali italiane che sono coinvolte in violazioni in paesi terzi, chiamarle a rispondere della loro condotta e spingerle ad assumersi le loro responsabilità, come da tempo Amnesty International sta facendo con Eni per gli enormi danni causati nel delta del Niger. Noi continueremo a monitorare le scelte e le linee politiche del nuovo governo e a ricordare che la tutela dei diritti umani, dentro e fuori dei nostri confini, non è un’opzione ma un dovere.
Christine Weise
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