Diodato è stato il protagonista dell’ultima giornata di Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty, lo storico festival che unisce musica e diritti umani e che si è concluso domenica 21 luglio a Rovigo nell’ambito della seconda edizione della Settimana dei diritti umani, una manifestazione multidisciplinare per promuovere una cultura universale dei diritti umani che si è svolta dal 15 al 21 luglio.

Diodato ha ricevuto il Premio Amnesty International Italia 2024 nella sezione Big, per il suo brano “La mia terra”, composto per il film “Palazzina LAF” di Michele Riondino, è un omaggio alla città di Taranto: passando dal mito, alle origini e alla sua storia, racconta una città colpita dall’ingiustizia e dal desiderio del suo popolo di rialzarsi. “La mia terra” non è solo una dedica struggente alla città di Taranto, ma è un messaggio universale dedicato a tutte le persone che sono costrette a fuggire dalla propria terra a causa di guerre, persecuzioni e calamità. È una canzone delicata che, partendo da Taranto, ci fa arrivare alla ricerca di quei diritti fondamentali, come quello a potersi spostare, a vivere in un luogo sicuro, a vivere una vita degna di essere vissuta.

Domenica 21 luglio nel pomeriggio l’atteso incontro presso il Cinema Teatro Duomo. Dopo l’introduzione di Michele Lionello, direttore artistico di Voci per la Libertà e di Valeria Cittadin, Sindaco di Rovigo, l’artista ha dialogato con pubblico e giornalisti assieme a Francesca Corbo, di Amnesty International Italia.

In serata sul palco principale di Piazza Vittorio Emanuele II, spazio al momento più emozionante con la consegna del Premio Amnesty International Italia 2024 nella sezione Big e l’intenso live con una performance che ha fatto risuonare i cuori e le voci del numerosissimo pubblico che ha riempito l’intera piazza. Il suo set con l’amico Rodrigo D’Erasmo al violino è di quelli da conservare nel cervello e custodire nel cuore.

Queste le parole di Diodato:
“Sono estremamente onorato di ricevere il Premio Amnesty International Italia per il brano ‘La mia terra’. Questa canzone era dentro di me da tempo e la collaborazione con il mio caro amico e fratello Michele Riondino, che quest’anno ha esordito come regista con ‘Palazzina Laf’, mi ha permesso finalmente di darle forma. Ho capito subito che questa era un’occasione per farlo, per raccontare finalmente ciò che provo.
Taranto mi ha donato tanto, ma ha anche scatenato una battaglia interiore a causa dei suoi contrasti. Molte delle mie canzoni fanno riferimento a questo, ma mai avevo scritto una canzone che esplicitamente affrontasse la cosa. È un viaggio che esplora la storia della fondazione della città, mescolando mito e contemporaneità.
Nel mito della fondazione di Taranto si parla di ‘Lacrime a ciel sereno’: la città è un luogo dove scelte difficili hanno portato sì opportunità ma anche molta sofferenza. La bellezza continua a lottare per sopravvivere e questa forte dualità tra l’armonia naturale e i mostri industriali, tra le scelte scellerate e una bellezza che è monito e messaggio è ciò che i tarantini si portano dentro, così come molte altre persone che vivono realtà simili.
Scrivere questa canzone è stato un processo faticoso, poiché affrontare temi così personali ma che coinvolgono molte persone ti fa sentire anche una certa responsabilità. ‘La mia terra’ è il mio brano più premiato e questo riconoscimento da parte di Amnesty International Italia conferisce un valore ancora più speciale a questa canzone.
Il lavoro che Amnesty International Italia svolge è di fondamentale importanza, così come il nostro impegno collettivo nel portare alla luce le ingiustizie che ancora oggi siamo costretti a sopportare nel 2024.
Credo che partecipare alla vita sociale e fare politica significhi anche immedesimarsi negli altri, provare a mettersi nei loro panni e in questo la musica e l’arte in generale possono fare molto. Nella condivisione c’è l’incontro e la possibilità di unirsi nella lotta per il nostro futuro e i nostri diritti.
Ringrazio di cuore Amnesty International Italia e Voci per la Libertà per questo riconoscimento. Continuerò a utilizzare la mia musica come strumento di ricerca e crescita personale e per provare a raggiungere e diffondere consapevolezza e promuovere il cambiamento. Insieme, possiamo fare la differenza.”

“Questa edizione del festival ha confermato il potere della musica e dell’arte nel trasmettere i valori di Amnesty International e nel veicolare le campagne sui diritti umani”, ha dichiarato Francesca Corbo di Amnesty International Italia, “Il focus di quest’anno è stato il diritto di protesta pacifica, con un invito alle persone presenti a continuare a battersi per i propri diritti, che spesso sono frutto delle proteste di ieri”.

“Ringraziamo di cuore tutti gli artisti che sono stati al nostro fianco per credere nell’impegno che Voci per la libertà mette al servizio dei diritti umani assieme ad Amnesty International. – ha detto Michele Lionello, direttore artistico di Voci per la libertà – In questa settimana abbiamo visto tanta bellezza e condivisione di valori che ci uniscono. Anche il folto pubblico che ha seguito tutti gli appuntamenti del festival ha respirato la magia che l’arte e la cultura possono trasmettere”.