È il momento di lottare contro le politiche di demonizzazione che stanno creando divisione e pericoli nel mondo: questo l’invito del nuovo Rapporto 2016 – 2017 di Amnesty International, pubblicato in Italia da Infinito Edizioni.

È uscito il nuovo Rapporto Annuale che come sempre fotografa la situazione della violazione dei diritti umani in 159 paesi e territori durante il 2016. Per milioni di persone, l’anno appena concluso è stato un anno di continua sofferenza e paura, poiché governi e gruppi armati hanno compiuto violazioni dei diritti umani nei modi più diversi: il risultato è che il mondo si sente insicuro e impaurito davanti a un futuro tanto incerto. Ma è proprio in questi momenti che abbiamo bisogno di voci coraggiose, di eroi comuni che si oppongano all’ingiustizia e alla repressione: ecco perchè anche tu puoi fare qualcosa per cambiare le cose come, per esempio, aderire ad una campagna di Amnesy e diffondere le sue iniziative.

Perchè è importante questo testo

Questo rapporto rende merito a tutte le persone che si sono attivate in difesa dei diritti umani in tutto il mondo, spesso in circostanze difficili e pericolose. Il testo contiene le principali preoccupazioni e le richieste di Amnesty International ed è una lettura fondamentale per chi elabora strategie politiche, per gli attivisti e per chiunque sia interessato ai diritti umani.

 

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APPROFONDISCI 

 

La situazione dei diritti umani nel mondo: la voce di Gianni Rufini

Il Direttore di Amnesty International Italia ci racconta la drammatica dituazione dei diritti umani nell’anno che si è appena concluso, un anno che è stato di continua sofferenza e paura, poiché governi e gruppi armati hanno compiuto violazioni dei diritti umani nei modi più diversi. Gran parte della città più popolosa della Siria, Aleppo, è stata ridotta in macerie dai bombardamenti aerei e dagli scontri per le strade, mentre proseguivano gli attacchi violenti e crudeli contro i civili nello Yemen. Dal peggioramento della difficile situazione dei rohingya nel Myanmar, fino alle uccisioni illegali di massa in Sud Sudan, dal brutale giro di vite sulle voci di dissenso in Turchia e Bahrein, all’aumento dei discorsi d’incitamento all’odio nella gran parte dell’Europa e degli Usa, il mondo nel 2016 è diventato un posto più cupo e più instabile.

 

 

 

Le sezioni del Rapporto Annuale

Il Rapporto di Amnesty si suddivide in 5 aree, oltre all’introduzione: clicca su ogni immagine per andare al relativo approfondimento

africa

 

Nel 2016, il continente africano è stato attraversato da proteste, movimenti e mobilitazione di massa, spesso divulgati e organizzati attraverso i social network. In varie occasioni manifestanti e difensori dei diritti umani hanno trovato modi diversi e stimolanti per far sentire la loro voce contro la repressione e condurre campagne, come #oromoprotests e #amaharaprotests in Etiopia, #EnforcedDisappearancesKE in Kenya, #ThisFlag in Zimbabwe e #FeesMustFall in Sudafrica, diventate immagini emblematiche del 2016.

americhe

Nonostante un vivace dibattito democratico, il progresso economico e le speranza di raggiungere finalmente la fine dell’ultimo conflitto armato nella regione, quello in Colombia, le Americhe sono rimaste uno dei luoghi del pianeta con i più alti livelli di violenza e disuguaglianza.

In tutta la regione, l’anno è stato dominato da campagne politiche e dichiarazioni rilasciate da rappresentanti dello stato, caratterizzate da una retorica intrisa di ostilità verso i diritti, razzismo e discriminazione, che è stata accettata e normalizzata dai principali mezzi d’informazione. Negli Usa, Donald Trump è stato eletto presidente a novembre dopo una campagna elettorale in cui ha suscitato indignazione per la sua retorica improntata alla discriminazione, alla misoginia e alla xenofobia, sollevando gravi preoccupazioni riguardo al futuro degli impegni degli Usa in materia di diritti umani, sia sul piano interno che a livello globale.

 

asia e pacifico

In Asia e nella zona del Pacifico le richieste di libertà d’espressione e di giustizia sono state forti e pressanti e sono aumentati l’attivismo e le proteste contro le violazioni. I giovani sono stati sempre più determinati nel rivendicare con forza i loro diritti e quelli degli altri. Le tecnologie online e i social network hanno offerto maggiori opportunità di condividere le informazioni, mettere in luce le ingiustizie, organizzarsi e fare campagne. In più di un’occasione, i difensori dei diritti umani, che spesso operavano nelle circostanze più difficili e con risorse limitate, hanno resistito alla pesante oppressione degli stati, compiendo azioni coraggiose e ispiratrici. Eppure, il prezzo è stato spesso alto, con forti violazioni dei diritti umani.

europa

Nel 2016, i movimenti e i messaggi populisti si sono fatti largo nell’opinione pubblica. Politici di tutta la regione hanno sfruttato i diffusi sentimenti di alienazione e insicurezza. Hanno preso di mira le élite politiche, l’Eu, l’immigrazione, i mezzi d’informazione liberali, i musulmani, i cittadini stranieri, la globalizzazione, la parità di genere e la sempre presente minaccia del terrorismo. Saliti al potere in paesi come la Polonia e l’Ungheria, hanno ottenuto grandi successi ma anche più a ovest hanno spinto i partiti dell’establishment ormai preoccupati a prendere in prestito molti dei loro atteggiamenti e a imitare molte delle loro politiche. Il risultato è stato un indebolimento dilagante dello stato di diritto e l’erosione della protezione dei diritti umani, in particolare per rifugiati e sospettati di terrorismo, ma in fin dei conti per tutti.

 

medio oriente e africa nord

È stato un anno di devastazione, disperazione e tragedie che hanno segnato la vita di milioni di persone della regione del Medio Oriente e Africa del Nord. Queste persone hanno anche assistito alla distruzione delle loro case e dei loro mezzi di sostentamento a causa di una spietata repressione di stato e del persistere di conflitti armati caratterizzati da crimini di una violenza inaudita e da abusi compiuti da tutte le parti belligeranti. La crisi politica e dei diritti umani ha assunto proporzioni tali che decine di migliaia di persone hanno preferito rischiare la vita nel pericoloso tentativo di attraversare il mar Mediterraneo, piuttosto che rimanere nella regione. In Siria, oltre cinque anni di combattimenti hanno determinato la più grande crisi umanitaria della nostra epoca.

Coraggio, resilienza, creatività: come rispondiamo alla crisi dei diritti umani

Quindi, cosa possiamo fare?

La storia del 2016 è stata anche la storia del coraggio, della resilienza, della creatività e della determinazione di persone che hanno affrontato sfide immense e minacce, dimostrando che difendere i diritti umani si può.

In ogni regione del mondo ci sono state prove del fatto che, laddove gli apparati del potere sono utilizzati come strumenti di repressione, le persone trovano sempre modi diversi per ribellarsi e farsi sentire. In Cina, nonostante le sistematiche vessazioni e intimidazioni, gli attivisti hanno trovato il modo di sfidare la censura e commemorare online l’anniversario della repressione di piazza Tienanmen del 1989. Ai Giochi olimpici di Rio, il maratoneta Feysa Lilesa ha occupato le prime pagine di tutto il mondo con il suo gesto per attirare l’attenzione sulla persecuzione da parte del governo della popolazione oromo, nel momento in cui tagliava il traguardo per la medaglia d’argento. E sulle coste europee del Mediterraneo, volontari hanno risposto all’inerzia e al fallimento dei governi nel proteggere i rifugiati, trascinando fisicamente fuori dall’acqua persone che stavano annegando. I movimenti popolari sorti in tutta l’Africa, alcuni impensabili anche solo un anno fa, hanno stimolato e raccolto sotto slogan comuni le richieste collettive di diritti e giustizia.

L’istinto delle persone alla libertà e alla giustizia non si esaurisce facilmente. In un anno dominato da divisione e disumanizzazione, le azioni di alcune persone per riaffermare l’umanità e la dignità fondamentale di ogni individuo hanno brillato più che mai.

Mentre iniziamo il 2017, il mondo si sente insicuro e impaurito davanti a un futuro tanto incerto. Ma è proprio in questi momenti che abbiamo bisogno di voci coraggiose, di eroi comuni che si oppongano all’ingiustizia e alla repressione. Nessuno può sfidare il mondo intero ma ognuno di noi può cambiare il proprio mondo. Tutti possono prendere posizione contro la disumanizzazione, agendo a livello locale per riconoscere la dignità e i diritti uguali e inalienabili di tutti, gettando così le basi per la libertà e la giustizia nel mondo. Il 2017 ha bisogno di eroi ed eroine dei diritti umani.

 

LEGGI DI PIU’ SUL RAPPORTO ANNUALE DI AMNESTY INTERNATIONAL SU

https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-annuale-2016-2017/