25 gennaio 2017: un anno esatto dalla scomparsa di Giulio Regeni al Cairo. È stata una giornata di grande mobilitazione nazionale per continuare a chiedere verità sul brutale omicidio del ricercatore. Per questa ragione Amnesty International ha acceso tante piazze in tutt’Italia per chiedere ancora una volta a grand voce: #veritàpergiulioregeni.
In questi mesi cittadini, enti locali, biblioteche, giornali, radio, programmi televisivi, personaggi dello spettacolo, scuole di ogni ordine e grado, hanno colorato di giallo l’Italia intera per portare avanti la richiesta di verità per Giulio Regeni e per tutte le persone vittime di sparizione forzata e tortura in Egitto.
Paola e Claudio, i genitori di Giulio Regeni, non si sono mai arresi alle menzogne, alle verità di comodo e “ambulanti” che nei mesi si sono susseguite sulla vicenda che gli ha strappato con violenza l’affetto del figlio. A loro abbiamo dedicato la manifestazione di mercoledì 25 gennaio per mandare loro un messaggio di vicinanza e di affetto.
Manifestazione nazionale a Roma e fiaccolate in tutta Italia
Il gruppo 215 di Rovigo di Amnesty International, insieme alla nostra Associazione Culturale Voci per la Libertà,si sono dati appuntamento in piazza Vittorio Emnanuele II a Rovigo per ricordare che alle 19:41 di 365 giorni prima Giulio usciva di casa per non farvi più ritorno. Numerosi i cittadini e le associazioni che si sono uniti anoi per chiedere che sia fatta luce su questo orribile delitto.
Ecco alcune foto della bellissima e significativa manifestazione di ieri sera!
Ringraziamo tutti i cittadini, le famiglie e le associazioni presenti tra cui CGIL camera del lavoro di Rovigo, ANPI Rovigo, Associazione Libera, FIOM CGIL Rovigo, Arci e tante altre.
La campagna “Verità per Giulio Regeni”
Ma l’impegno a favore della verità non si ferma: Amnesty International si è subito attivata per dare avvio ad una importante campagna che è diventata un appello globale, che ha coinvolto anche volti noti dello spettacolo e della cultura, uniti dall’obiettivo di sensibilizzare a tutti i ‘Giulio’ del mondo, perchè fatti del genere non debbano più ripetersi. Purtroppo in Egitto, l’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) continua a rendersi responsabile di rapimenti, torture e sparizioni forzate nel tentativo di incutere paura agli oppositori e spazzare via il dissenso pacifico. Amnesty International lo ha denunciato in un drammatico rapporto uscito a luglio 2016, mettendo in luce una scia senza precedenti di sparizioni forzate dai primi mesi del 2015. Il rapporto, intitolato “Egitto: ‘Tu ufficialmente non esisti’. Sparizioni forzate e torture in nome del contrasto al terrorismo”, rivela una vera e propria tendenza che vede centinaia di studenti, attivisti politici e manifestanti, compresi 14enni, sparire nelle mani dello stato senza lasciare traccia.
Firma anche tu la campagna
Cosa puoi fare subito? Puoi firmare l’appello di Amnesty International “Verità per Giulio Regeni”, per portare avanti la richiesta di verità per Giulio Regeni e per tutte le persone vittime di sparizione forzata e tortura in Egitto.
Basta andare a questo link www.amnesty.it/appelli/corri-con-giulio/ e unirti alle altre 40.657 che lo hanno già fatto. In questo modo continueremo a tenere alta l’attenzione su questo caso che non ha ancora visto una svolta significativa. Firmando la campagna al presidente al-Sisi potremmo chiedergli di avviare una indagine approfondita e indipendente sull’omicidio di Giulio Regeni e di assicurare i responsabili alla giustizia.
Chi era Giulio
Giulio Regeni era un ragazzo di 28 anni, dottorando dell’università di Cambridge nel Regno Unito. Si trovava in Egitto per svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani presso l’Università americana del Cairo. Il 25 gennaio 2016, in un clima di forte tensione per il quinto anniversario dell’inizio delle proteste che portarono alle dimissioni del presidente Hosni Mubarak, è uscito di casa per raggiungere i suoi amici a una festa di compleanno, dove non è mai arrivato.
Il suo corpo, martoriato dalle torture, è stato ritrovato per caso il 3 febbraio nei pressi di Giza: aveva il volto irriconoscibile, su cui “si era abbattuto tutto il male del mondo”, ha raccontato Paola, la mamma di Giulio Regeni.
La brutale uccisione di Giulio Regeni ha scioccato il mondo, ma ha anche acceso i riflettori sul metodo delle sparizioni forzate praticato oggi in maniera sistematica in Egitto e che i ricercatori di Amnesty International hanno documentato attraverso fatti e testimonianze. Il quadro che ne risulta è allarmante: in media tre quattro persone al giorno sono vittime di sparizioni forzate nel paese. Una strategia mirata e spietata diretta dall’Agenzia per la sicurezza nazionale che risponde al ministro degli interni egiziano Magdy Abd el-Ghaffar.