Per celebrare il 58° Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Comune di Villadose, Assessorati Pace e diritti Umani e Pubblica Istruzione, in collaborazione con l’Ass. Culturale Voci per la Libertà, con la Provincia di Rovigo, la Commissione Comunale alle Pari Opportunità, l’Istituto Comprensivo di Villadose e Amnesty International – Gruppo 215 di Rovigo, ha organizzato un percorso di valorizzazione dei diritti umani articolato in vari appuntamenti.
Il programma prevedeva la visione di due film, due rappresentazioni teatrali, un convegno e uno spettacolo musicale. Il primo incontro ha visto la proiezione del film “Hotel Rwanda”, scelto perchè ha ispirato Paola Turci nella stesura della meravigliosa “Rwanda” con cui la cantante ha vinto la scorsa edizione del Premio Amnesty Italia. Prima della visione del film è stato letto un messaggio inviato dalla cantante a Voci per la Libertà in cui sottolineava l’importanza di continuare a tenere alta l’attenzione sulla strage in Rwanda, di cui troppo poco si è parlato a suo tempo, e in cui si complimentava per le numerose e sempre utili iniziative sui diritti umani promosse a Villadose.
Il secondo film in rassegna è stato “Ti do i miei occhi”, dedicato al tema della violenza domestica perpetuata contro le donne e all’incapacità maschile di accettare una vera parità con l’altro sesso. Il film è stato scelto d’intesa con la Commissione Comunale alle Pari Opportunità ed è stato proiettato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne per sensibilizzare il pubblico su un fenomeno così delicato e ancora oggi drammaticamente presente, anche in Italia.
Per quanto riguarda gli appuntamenti dedicati al teatro, è stato messo in scena, per un pubblico formato da alunni delle Scuole Medie, lo spettacolo intitolato “Hijos – Storie di Viaggi” di e con Candelaria Romero, in cui l’attrice-autrice ha raccontato la sua storia di esule erifugiata politica. Al termine della rappresentazione si è aperto un dibattito che ha visto un’attiva partecipazione dei partecipanti.
Il secondo spettacolo che è stato proposto, intitolato “Bambole – Storie silenziose di donne”, sempre di e con Candelaria Romero, era dedicato al tema della violenza contro le donne. Come il precedente spettacolo “Hijos” anche questa volta l’attrice-autrice ha raccontato storie di famiglia, le storie delle sue zie, nonne, mamme, nipoti, cugine… vicini di casa, amiche, ha esposto sogni, fantasie, alternandole a testimonianze e fatti di cronaca raccolti dal materiale di Amnesty sulla Campagna “Mai più violenza sulle donne”. In entrambi i casi il tema dei diritti violati è giunto al pubblico in modo forte e chiaro riuscendo a scioccare l’animo degli spettatori.
Il giorno 10 dicembre, Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è stato organizzato un convegno su “Il ruolo dell’arte e della comunicazione nella promozione dei diritti umani” a cui sono intervenuti Paolo Pobbiati – Presidente di Amnesty Italia, Mirella Zambello – Sindaco di Villadose, Tiziana Virgili – Assessore Provinciale Pace e Diritti Umani, Michele Lionello – Assessore Comunale Pace e Diritti Umani, Martina Masiero – Presidente dell’Associazione Voci per la Libertà e gli ‘A67, vincitori di “Voci per la Libertà – una Canzone per Amnesty 2006”.
Al termine del convegno è stata inaugurata, una nuova via dedicata a Peter Benenson, fondatore di Amnesty International. E’ questo un grande onore per Villadose, si tratta della prima via in Italia intitolata all’avvocato londinese fondatore di quella che è oggi la più importante associazione per la difesa dei diritti umani, una scelta fortemente legata all’impegno profuso in questi anni dal Comune di Villadose e da Voci Per La Libertà per la lotta per i diritti umani a fianco di Amnesty International. Sono ormai 10 anni che il Festival “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty” promuove i diritti umani attraverso la cultura musicale e l’aggregazione dei giovani; l’intitolazione della via a Peter Benenson si vuole rappresentare un’ulteriore unione tra questo piccolo comune e il grande movimento per i diritti umani che è Amnesty International.
Dopo che il Presidente della sezione Italiana di Amnesty International, Paolo Pobbiati , ha inviato la notizia della via dedicata dal Comune di Villadose a Peter Benenson alla rete internazionale di Amnesty sono arrivati messaggi entusiastici e di sostegno da parte dei presidenti di Amnesty di Paraguay, USA, Ungheria, Costa D’Avorio, Benin, Burkina Faso, Spagna, Zimbabwe, Nuova Zelanda, Porto Rico, Canada, Argentina e Giappone a cui si aggiungono quelli di Soledad Garcia Munoz, dell’Esecutivo Internazionale di Amnesty, e di Irene Khan, Segretaria Generale del movimento.
Dal messaggio del Presidente per le Giornate Amnesty 2006: “E’ un bel riconoscimento, non soltanto della sua persona, ma di tutto ciò che ha fatto e simboleggia Amnesty International.
E’ la prima volta che una via viene intitolata a Peter Benenson e sono contento che sia avvenuto in Italia, un paese che egli amava particolarmente, ed è la dimostrazione della stima e della considerazione delle quali il nostro movimento gode”.
Peter Benenson
|
Vogliamo ricordare il nostro fondatore con le parole che usò ad una cerimonia pubblica per il 25esimo compleanno di Amnesty International. Peter accese la candela con il filo spinato e recitò quello che ricorderemo come il suo testamento spirituale:
“Questa candela non brucia per noi, ma per tutte quelle persone che non siamo riuscite a salvare dalla prigione, che sono state uccise, torturate, rapite, scomparse. È per loro che brucia la candela di Amnesty”.
|
La rassegna di appuntamenti si è conclusa con lo spettacolo “ALIEN’AZIONE – Dallo spazio periferico dritti al centro”. Rappresentato domenica sera per la cittadinanza e lunedì mattina per gli studenti delle scuole superiori. Lo spettacolo ideato dagli ‘A67, che ha visto la partecipazione di Marco “Furio” Forieri (ex Pitura Freska), parla dello “stare alla periferia”, inteso come periferia urbana ma anche nel senso più ampio di emarginazione, dove è facile che l’alienazione mangi gli orizzonti, svii le azioni, accorci i destini, e la musica si sono intrecciati dimostrandosi un modo alternativo e positivo per parlare dei problemi legati ai diritti umani e per far conoscere e promuovere ovunque la dignità di ciascuno. Uno spettacolo dedicato a tutti quelli cui la vita ha fatto fare giri più larghi attorno alla vite, seguendo un percorso etichettato come “prevedibile e inesorabile”; dedicato a chi almeno una volta ha pensato d’essere “diverso”, si è sentito un “alieno”, un “matto”, spesso perché trattato come tale dagli altri.