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Premio Amnesty Italia 2014

“Atto di forza” di Max Gazzè vince
il Premio Amnesty International Italia 2014

 

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“Atto di forza” di Francesco e Max Gazzè è il brano vincitore della dodicesima edizione del Premio Amnesty International Italia, indetto nel 2003 da Amnesty International Italia e dall’associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente.

 

La premiazione avrà luogo sul palco di Rosolina Mare (Rovigo) domenica 20 luglio, nel corso della serata finale della XVII edizione di Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty, festival che inizierà il 17 luglio e proporrà anche il concorso dedicato agli emergenti, il cui bando rimane aperto fino al 10 maggio.

 

gazze 1“Spesso capita di chiederci – racconta il Premio Amnesty International Italia 2014 Max Gazzè – come un essere umano possa arrivare a compiere gesti atroci, quali siano i guasti che mandano in blocco il cervello e perché nessuno sia ancora riuscito a trovare il sistema per fermare la follia molto prima di quando è già troppo tardi. Facile che resti un pensiero come tanti che balena e sparisce per lasciar posto a qualcosa di più urgente.
‘Atto di forza’ è uno di quei pensieri, il racconto per immagini di una di quelle follie.
Grazie al premio Amnesty International lo sguardo si sposta e indugia su temi enormi – quale, appunto, la violenza contro le donne – che vengono quasi sempre pigiati in cronaca nera solo perché sembra sia diventato normale che ogni tanto qualcuno perda il controllo. Manca il tempo di illustrare i dettagli, di realizzare che succede veramente, di spiegare che non è per niente normale”.

 

 

antonio marchesi“‘Atto di forza’ – dichiara il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi è un contributo importante alla conoscenza e alla sensibilizzazione su un problema gravissimo di violazione dei diritti umani in Italia: la violenza contro le donne.
Una follia, spesso una ‘lucida follia’, descritta in ‘Atto di forza’, che è resa ancora oggi possibile dall’idea, purtroppo molto diffusa, che la propria moglie o compagna sia semplicemente una cosa di cui l’uomo è proprietario, da punire quando si ribella e a maggior ragione quando si allontana.
Le istituzioni italiane si sono accorte abbastanza tardi di questo problema, dopo anni nei quali vi sono stati oltre 100 omicidi di donne per mano di uomini. Gli stati hanno la responsabilità di punire la violenza contro le donne ma soprattutto di prevenire gli ‘atti di forza’. Il brano vincitore del Premio Amnesty International Italia 2014, frutto della vena poetica e dell’impegno civile di Max Gazzé, sarà un prezioso alleato nella nostra campagna per porre fine alla violenza contro le donne”.

 

 

In seguito la giuria specializzata ha effettuato la scelta tra le proposte di Baglioni, Bubola, Cinti, Cristicchi, Ligabue, Radiodervish, Gualazzi, Zero, Stormy Six e Moni Ovadia, che ringraziamo sentitamente per le stimolanti riflessioni e le forti emozioni concentrate nelle canzoni:

Giò Alajmo (Il Gazzettino), Luca Barbieri (Corriere del Veneto), Alessandro Besselva Averame (Rumore), Francesca Cheyenne (RTL 102.5), Paolo De Stefani (Centro diritti umani dell’Università degli Studi di Padova), Enrico Deregibus (giornalista freelance), Gianmaurizio Foderaro (Radio 1), Fabrizio Galassi (Istituto Europeo di Design, Premio Italiano Videoclip Indipendente), Giorgio Galleano (Rai 3), Federico Guglielmi (AudioReview, Blow Up, fanpage.it), Michele Lionello (Voci per la Libertà), Enrico Maria Magli (Radio 1, Deejay TV), Carlo Mandelli (Ansa, Il Giorno, Leggo), Antonio Marchesi (Amnesty International), Riccardo Noury (Amnesty International), Valeria Rusconi (Repubblica, Espresso), Alessandra Sacchetta (RaiNews), Giordano Sangiorgi (Meeting degli Indipendenti), Renzo Stefanel (Rockit) e Savino Zaba (Rai 1, Radio 2).

 

Nelle scorse edizioni il premio era stato assegnato a “Il mio nemico” di Daniele Silvestri, “Pane e coraggio” di Ivano Fossati, “Ebano” dei Modena City Ramblers, “Rwanda” di Paola Turci, “Occhiali rotti” di Samuele Bersani, “Canenero” dei Subsonica, “Lettere di soldati” di Vinicio Capossela, “Mio zio” di Carmen Consoli, “Genova brucia” di Simone Cristicchi e “Non è un film” di Fiorella Mannoia e Frankie HI-NRG, “Gerardo Nuvola ‘e povere” di Enzo Avitabile e Francesco Guccini.

 

MAX GAZZÈ – ATTO DI FORZA – dall’album SOTTO CASA
Autori Francesco Gazzè, Massimiliano Gazzè

 

sotto casa

 

Evade il buio arcigno
come una bolla d’aria,
verde perfetto
svaria
in comignoli
dov’è pieno
di pioggia
qualche abbaglio asciutto,
e un tuono
di carta ondeggia.

 

Il cielo rivela filamenti
di nubi strette
e le braci violette
fosforescenti
del sole
già nato
fanno il lago lento
e sottile
un laminato
d’argento.

 

Evapora immerso
di nebbia
come lenzuoli,
e in mezzo
alle labbra
due fili
d’erba,
lei tira sassi
ricurva sui buchi
nell’acqua riflessi:
ci specchia i suoi pochi
vent’anni di età.

 

Ma
dietro il cappello
di paglia
lui calmo
ritaglia
un po’ d’ombra
e si vanta
ad un palmo
da lei per quello
che appare da tanta
bellezza
ed immonda!

 

Perché la ragazza
ha tradito, lasciando
in lui prati di niente
e un fuoco distante
a incendiarlo.

 

Pulsa l’aorta
nel collo
della ragazza nuda…
lo stallo
una volta
voluto
è carne che grida:
“Aiuto!”

 

Si attacca
alla panchina,
un vento di latta
la frusta sulla schiena
e aspetta
la grandine
come un ceffone…
farfuglia strambi
cadaveri di parole.

 

Fasci
di gelo
inchiodano gli alberi allo sfondo
e quest’ingombro
di nuvole in nero
sfoga rovesci
come minacce!

 

Il calo verticale
l’attraversa
appieno,
e com’è diversa
la vita reale…
i nubifragi
son miti
e fragili
stalattiti
di cielo.

Enzo-Avitabile-e-Francesco-Guccini

Premio Amnesty Italia 2013

Enzo-Avitabile-e-Francesco-Guccini“Gerardo Nuvola ‘e povere” di Enzo Avitabile e Francesco Guccini, è il brano vincitore dell’undicesima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente.

 

Nelle scorse edizioni il premio era stato assegnato a “Il mio nemico” di Daniele Silvestri, “Pane e coraggio” di Ivano Fossati, “Ebano” dei Modena City Ramblers, “Rwanda” di Paola Turci, “Occhiali rotti” di Samuele Bersani, “Canenero” dei Subsonica, “Lettere di soldati” di Vinicio Capossela, “Mio zio” di Carmen Consoli, “Genova brucia” di Simone Cristicchi e “Non è un film” di Fiorella Mannoia e Frankie HI-NRG.

 

La premiazione avrà luogo sul palco di Rosolina Mare (Rovigo) domenica 21 luglio, nel corso della serata finale della XVI edizione di Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty, festival che inizierà il 19 luglio.

 

 

avitabile

“Ho voluto raccontare la storia di Gerardo, un ragazzo di Maddaloni, che lascia la sua terra, la sua casa, la sua famiglia per trovare inaspettatamente e prematuramente la sua fine sul lavoro. Morti bianche? Si, anche, ma è la storia di tutti i fuori di vista di ogni punto a svantaggio del mondo, che pur credendo nei sogni e nelle probabilità, devono fare i conti con i soprusi, le ingiustizie e le discriminazioni, di cui ogni giorno la storia del mondo ne é testimone da sempre. Un requiem a tutti i ‘nessuno’ che in questo loro passaggio da uomo non hanno nome e volto: nuvole di polvere” – ha dichiarato Enzo Avitabile.

 

 

francesco-guccini

“La storia l’ha ideata e proposta Enzo: è quella di un uomo del sud costretto a lasciare la propria casa per un lavoro al nord, in un mondo estraneo e lontano dalla propria terra. Io mi sono immedesimato in un conoscente del protagonista: il mio personaggio sapeva per certo che Gerardo era una brava persona e un valido lavoratore. Ho riflettuto su quali potessero essere i pensieri di colui che assiste alle difficoltà e al destino davvero duro di un altro uomo e, sentendo le sue traversie così vicina, ho scelto di interpretarli in modenese, la mia lingua” – ha aggiunto Francesco Guccini.

 

 

antonio marchesi -amnesty

“In questo brano bidialettale c’è la difficoltà della migrazione, del ripartire da zero, lasciando a casa lingua, memoria, affetti, radici. Ripartire è un paradigma dell’esperienza che conduce a una esplorazione di nuovi luoghi ma anche di nuovi paesaggi interiori e non è mai indolore. Nel caso di Gerardo Nuvola di polvere, quest’esplorazione si chiude con la morte sul lavoro, di lavoro. Una fine non inconsueta, purtroppo” – ha affermato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.

 

La canzone vincitrice è stata scelta da una giuria specializzata comprendente Giò Alajmo (Il Gazzettino), Luca Barbieri (Corriere del Veneto), Alessandro Besselva Averame (Il Mucchio), Francesca Cheyenne (RTL 102.5), Gianmaurizio Foderaro (Radio 1), Giorgio Galleano (Rai 3), Federico Guglielmi (Il Mucchio, Audioreview), Michele Lionello (Voci per la Libertà), Enrico Maria Magli (Radio 1, Deejay TV), Carlo Mandelli (Ansa, Il Giorno), Riccardo Noury (Amnesty International), Andrea Riscassi (Tgr, Annaviva), Alessandra Sacchetta (RaiNews), Giordano Sangiorgi (Meeting degli Indipendenti), Renzo Stefanel (Rockit), Giulia Caterina Trucano (Rolling Stone), Christine Weise (Amnesty International) e Savino Zaba (Rai 1, Radio 2).

 

 

Gli altri artisti in concorso quest’anno erano:
Eros Ramazzotti “Io sono te” dall’album “Noi”
Litfiba “Anarcoide” dall’album “Grande nazione”
Mariella Nava “In nome di ogni donna” dall’album “Tempo mosso”
Marina Rei “Qui è dentro” dall’album “La conseguenza naturale dell’errore”
Nobraino “Il mangiabandiere” dall’album “Disco d’oro”
Paola Turci “Figlio del mondo” dall’album “Le storie degli altri”
Piotta “Metto in discussione” dall’album “Odio gli indifferenti”
Radiodervish “In fondo ai tuoi occhi” dall’album “Dal pesce alla luna”
Teatro degli Orrori feat Caparezza “Cuore d’oceano” dall’album “Il Mondo Nuovo”

 

 

 

cover black tarantella

 

 

“Gerardo Nuvola ‘e povere”
di Enzo Avitabile e Francesco Guccini dall’album Black tarantella

 

Gerardo faceva ‘o favvrecatore,
viveva a Modena ma era terrone.
A sera quann ferneva ‘e faticà
trasmetteva a Radio Popolare.
Anarchia sarà n’utopia e basta,
Proudhon, Bakunin e Malatesta,
‘o subcomandante, ‘o capitale
Marx, ‘o lavoro, ‘a giustizia sociale.

 

Ce stavano na vota ‘e comunisti
‘e sindacati ca facevano ‘o riesto
mo è n’alleanza a tradimento
na’ politica ca’ nun port’a niente.
Progetti ‘e miliardi inesistenti
tasse a coppa a tasse ncopp’ e spalle d”a ggente,
mistificazione e contraddizione,
l’urna pronta p”a cremazione

 

Ero venuto p’faticà
non ero venuto p’murì,
quattro figli, na mugliera ‘a carico
na cascia ‘e zinco p’me ne ji.
Ero venuto p’accumincià,
nun ero venuto p”e fernì
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.

 

Sé, me a l cgnusiva quali che vò a gìi, e a mè a m pariva ónn a pòst, buon;
a s’ciamèva, l’u m pèr, Gerardo, a cradd ch’ a l fóss un murador.
Mè a i era sol al so frutarol ma i era amigh cun cal teroun
perché a n n’era mia ‘na ligéra, ma ‘na persouna cun un gran còr

 

Gerardo faceva ‘o favvrecatore,
viveva a Modena ma era terrone.
A sera quann ferneva ‘e faticà
trasmetteva a Radio Popolare.
Ma senza alcuna protezione
caduto sul lavoro,
morta janca prematura,
sott’ ‘a na nuvola ‘e polver’.

 

Ero venuto p’faticà
non ero venuto p’murì,
quattro figli, na mugliera ‘a carico
na cascia ‘e zinco p’me ne ji.
Ero venuto p’accumincià,
nun ero venuto p”e fernì
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.

 

A ‘n n’è mia facil lasèr la cà per catèr che só da lavurer
lasér paes, i fióo, la muliéra, lsér dialatt, lasér la vida
e vignir fin chè fra d’la ginta estranea senza capir al lor ciacarer
Catèr lavor o catèr la mort? Totta la storia l’è bele finida

 

Sò venuto p’ faticà
nun so venuto p’ murì
quattro figli, na mugliera ‘a carico
na cascia ‘e zinco p’me ne ji.
So venuto p’accumincià,
nun so venuto p”e fernì
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.

 

A ‘n n’è mia facil lasèr la cà per catèr che só da lavurer
lasér paes, i fióo, la muliéra, lsér dialatt, lasér la vida
e vignir fin chè fra d’la ginta estranea senza capir al lor ciacarer
Catèr lavor o catèr la mort? Totta la storia l’è bele finida

 

 

 

Versione italiana dal libretto del disco
GERARDO NUVOLA DI POLVERE

Gerardo faceva il muratore
viveva a Modena ma era terrone
La sera quando finiva di lavorare
trasmetteva a Radio Popolare.
Anarchia sarà solo un’utopia
Proudhon, Bakunin e Malatesta,
il subcomandante, il capitale,
Marx, il lavoro, la giustizia sociale.

 

C’erano una volta i comunisti,
e i sindacati facevano il resto;
oggi è un’alleanza a tradimento
una politica che non porta a niente
Progetti di miliardi inesistenti
tasse sopra a tasse sulle spalle della povera gente
mistificazione e contraddizione
l’urna pronta per la cremazione

 

Ero venuto per lavorare
non ero venuto per morire,
quattro figli e una moglie a carico
una cassa di zinco per ritornare.
Ero venuto per iniziare
non ero venuto per finire
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.

 

Sì, lo conoscevo, quello che voi dite e mi sembrava uno a posto, buono,
si chiamava, mi sembra, Gerardo. Credo che fosse un muratore.
Io ero solo il suo fruttivendolo, ma ero amico con quel terrone
perché non era un poco di buono, ma una persona con un gran cuore.

 

Gerardo faceva il muratore
viveva a Modena ma era terrone
La sera quando finiva di lavorare
trasmetteva a Radio Popolare.
Ma senza alcuna protezione
caduto sul lavoro
morte bianca prematura
sotto una nuvola di polvere.

 

Ero venuto per lavorare
non ero venuto per morire,
quattro figli e una moglie a carico
una cassa di zinco per ritornare.
Ero venuto per iniziare
non ero venuto per finire
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.

 

Non è mica facile lasciare la casa per trovare quassù da lavorare
lasciare il paese, i figli, la moglie, lasciare il dialetto, lasciare la vita
e venire fino a qui fra della gente estranea senza capire il loro parlare
Trovare lavoro o trovare la morte? Tutta la storia è già finita.

 

Sono venuto per lavorare
non sono venuto per morire,
quattro figli e una moglie a carico
una cassa di zinco per ritornare.
Sono venuto per iniziare
non sono venuto per finire
a Maddaloni in vitam aeternam
requiescat in pace amen.

 

Non è mica facile lasciare la casa per trovare quassù da lavorare
lasciare il paese, i figli, la moglie, lasciare il dialetto, lasciare la vita
e venire fino a qui fra della gente estranea senza capire il loro parlare
Trovare lavoro o trovare la morte? Tutta la storia è già finita.

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Premio Amnesty Italia 2012

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“Non è un film”, la canzone di Fiorella Mannoia scritta da Frankie HI-NRG e con lui interpretata, ha vinto la decima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente.

 

 

Fiorella Mannoia verrà premiata sul palco di Rosolina Mare (Rovigo) domenica 22 luglio nel corso della serata finale della XV edizione di Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty, festival che inizierà il 19 luglio.

 

 

“Ho sempre appoggiato le cause promosse da Amnesty International e ricevere questo premio mi onora” – ha dichiarato Fiorella Mannoia. “Quando ho contattato Frankie per questo mio ultimo progetto intitolato ‘Sud’ gli ho fatto una richiesta ben precisa, volevo toccasse il tema dell’immigrazione, ne parlammo e ci siamo scambiati le nostre idee. Concordavamo sul fatto che stiamo vivendo un momento storico molto delicato, in cui una parte del Paese, non tutto per fortuna, si lascia influenzare dal terrorismo delle parole (non meno pericoloso del terrorismo delle armi), di una parte della politica che per meri fini di propaganda elettorale usa gli immigrati, non avendo altri argomenti, per diffondere l’antico germe dell’odio razziale, mettendo in pratica l’antica tattica del ‘divide et impera’, dimenticando (o meglio, facendo finta di dimenticare) che tutto il benessere dell’occidente poggia sulle spalle di interi paesi del Sud del mondo, Africa in testa, saccheggiati da una politica predatoria della quale tutti i governi sono responsabili”

 

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“L’Europa, gli Stati Uniti e ora anche la Cina” – ha proseguito Fiorella Mannoia – “si spartiscono, oggi come ieri, le risorse di interi popoli, derubandoli indisturbati di tutte le materie prime, cibo compreso. Tutti intenti a ‘divorare a sazietà ma pronti lamentarsi della puzza della varia umanità che ci occorre, ci soccorre e ci sostenta’. Ma di questi argomenti naturalmente la politica non parla. Sapevo che Frankie sarebbe andato al cuore del problema in maniera diretta, come lui sa fare, e non mi sbagliavo, ha scritto quello che io stessa avrei voluto dire e lo ha fatto molto meglio di quanto avrei saputo fare io stessa. Grazie Amnesty…di cuore.”

 

“Scegli da che parte stare: questo appello a chi ascolta il brano ‘Non è un film’ riassume in parole semplici e incisive tutte le campagne di Amnesty International”- ha affermato Christine Weise, presidente di Amnesty International Italia. “Una grande artista, Fiorella Mannoia, ha scelto di stare dalla parte di chi vede violati i suoi diritti umani, con una canzone scritta in modo essenziale ed efficace da Frankie HI-NRG che va direttamente al cuore di una società nella quale tutte le informazioni sono disponibili e tutto il mondo è interconnesso, ma la grande maggioranza delle persone non si sente coinvolta in quello che è responsabilità di tutti”.

 

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“Questo brano racconta la fuga di chi spera di salvarsi da persecuzione e sofferenza attraversando il Mediterraneo a bordo di un’imbarcazione precaria” – ha aggiunto Christine Weise. “È la vita vera di giovani cittadini africani che cercano umanità e protezione e trovano spesso razzismo e propaganda. I 1500 morti del 2011, annegati in mare sulla via verso l’Europa, non sono un film, sono veri anche loro. E sono vere le migliaia di vittime della tratta sulle strade italiane, costrette alla prostituzione e accolte come ‘carne fresca’ da clienti che chiudono gli occhi davanti alla propria complicità nel mercato delle schiave. Con grande gioia Amnesty International conferisce il Premio Amnesty Italia 2012 a Fiorella Mannoia, che ringraziamo di aver scelto di stare dalla parte dei diritti umani e di comunicare questa scelta tramite la sua arte”.

 

Gli altri brani in concorso erano “Sono cool questi Rom” di Assalti frontali, “Un paese cortigiano” di Bandabardò, “L’impiccata” di Cesare Basile, “Non siete Stato voi” di Caparezza, “Brigantessa” di Teresa De Sio, “La donna di plastica” di Simona Molinari, “Fuori controllo” dei Negrita, “Crudo” di Susanna Parigi e “Io danzo” di Jovanotti.

 

Nelle scorse edizioni il premio era stato assegnato a “Il mio nemico” di Daniele Silvestri, “Pane e coraggio” di Ivano Fossati, “Ebano” dei Modena City Ramblers, “Rwanda” di Paola Turci, “Occhiali rotti” di Samuele Bersani, “Canenero” dei Subsonica, “Lettere di soldati” di Vinicio Capossela, “Mio zio” di Carmen Consoli e “Genova brucia” di Simone Cristicchi.

 

La canzone vincitrice è stata scelta da una giuria specializzata comprendente:

Giò Alajmo (Il Gazzettino), Roberta Balzotti (Rai), Luca Barbieri (Corriere del Veneto), Alessandro Besselva Averame (Il Mucchio), Francesca Cheyenne (RTL 102.5), Ugo Coccia (Rai International), Gianmaurizio Foderaro (Radio 1), Giorgio Galleano (Rai 3), Federico Guglielmi (Il Mucchio, Audioreview), Michele Lionello (Voci per la Libertà), Enrico Maria Magli (Radio 1, Deejay TV), Carlo Mandelli (Ansa, QN Quotidiano Nazionale, Il Giorno), Riccardo Noury (Amnesty International), Andrea Riscassi (Tgr, Annaviva), Giordano Sangiorgi (Meeting degli Indipendenti), Renzo Stefanel (Rockit), Christine Weise (Amnesty International) e Savino Zaba (Rai 1, Radio 2).

 

 

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FIORELLA MANNOIA – FRANKIE HI-NRG

“Non è un film” dall’album Sud

 

Non è un film quello che scorre in torno che vediamo ogni ogni giorno che giriamo distogliendo lo sguardo. Non è un film e non sono comparse le persone disperse sospese e diverse tra noi e lo sfondo, e il resto del mondo che attraversa il confine ma il confine è rotondo si sposta man mano che muoviamo lo sguardo ci sembra lontano perchè siamo in ritardo, perenne, costante, ne basta un istante, a un passo dal centro è gia troppo distante, a un passo dal mare è gia troppo (battaglia?), ad un passo da qui era tutta campagna. Oggi tutto è diverso una vita mai vista questo qui non è un film e non sei protagonista, puoi chiamare lo stop ma non sei il regista ti puoi credere al top ma sei in fondo alla lista

 

questo non è un film e le nostre belle case non corrono il pericolo di essere invase, non è un armata aliena (mandata?) sulla terra, non sono extraterrestri che ci dichiaran guerra, son solamente uomini che varcano i confini, uomini con donne vecchi con bambini, poveri con poveri che scappan dalla fame gli uni sopra gli altri per intere settimane come in carri bestiame in un viaggio nel deserto rincorrono una via in balia dell’incerto per rimanere liberi costretti a farsi schiavi stipati nelle stive di astronavi come i nostri avi contro i mostri e i draghi in un viaggio nell’inferno che prenoti e paghi sopravvivi o neghi questo il confine perchè non è un film non c’è lieto fine

 

scegli da che parte stare, dalla parte di chi spinge, scegli da che parte stare, dalla parte del mare

 

questo sembra un film di quelli terrificanti

dalla Transilvania non arrivano vampiri ma badanti,

da Santo Domingo non profughi o zombie,

ma ragazze condannate a qualcuno che le trombi

dalle Filippine… pure dal Bangladesh

dalla Bielorussia solo carne da lap dance

scappano per soddisfare vizi e sfizi nostri

loro son le prede noi siamo i mostri

loro la pietanza noi i commensali

e se loro son gli avanzi noi siam peggio dei maiali

pronti a divorare a sazietà

pronti a lamentarci per la puzza per la… umanità

che ci occorre, ci soccorre, ci sostenta

questo non è un film ma vedrai che lo diventa

tu stai attento e tienti pronto che al momento di girare i buoni vincon sempre, scegli da che parte stare.

 

scegli da che parte stare, dalla parte di chi spinge, scegli da che parte stare, dalla parte del mare

scegli da che parte stare, dalla parte di chi spinge, scegli da che parte stare, dalla parte del mare

scegli da che parte stare, dalla parte di chi spinge, scegli da che parte stare, dalla parte del mare.

 

Cristicchi_208x110

Premio Amnesty Italia 2011

Cristicchi_208x110Simone Cristicchi, con “Genova brucia”, è il vincitore della nona edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente.

 

“Sono sinceramente onorato e orgoglioso di ricevere il Premio Amnesty Italia per ‘Genova brucia’, canzone pensata e scritta per raccontare una delle scomode verità sui fatti del G8 del 2001. Il prestigio del premio contribuisce enormemente a valorizzare il brano, rendendolo strumento di memoria per non dimenticare una delle pagine più vergognose e oscure del nostro paese. Genova è anche una ferita ancora aperta per chiunque pretenda, in questo piccolo paese, verità e giustizia”– ha dichiarato Simone Cristicchi.“Dedico con tutto il mio cuore questo premio ad Heidi e Giuliano Giuliani, a Don Andrea Gallo, a tutti i ragazzi che erano a Genova nel 2001 e a quelli che oggi lottano per il rispetto dei diritti umani, alzando la testa e la voce in questo assordante silenzio”.

“’Genova brucia’ non solo è un bel brano di un autore sensibile ai diritti umani. Nel decennale del G8 di Genova del 2001, ci aiuta anche a non dimenticare le violazioni dei diritti umani che lì si verificarono, a ricordare l’impegno e il coraggio con cui le vittime e i loro familiari hanno cercato per lunghi anni verità e giustizia e a tenere alta l’attenzione perché non si verifichino più” – ha affermato Christine Weise, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.

 


SIMONE CRISTICCHI – GENOVA BRUCIA
dall’album “Gran hotel Cristicchi”

 

gran_hotel_cover

 

Mi ricordo una missione un po’ speciale
Genova 2001 vertice mondiale
sono un poliziotto del reparto celere
pronto alla guerra
ma più che una battaglia in strada sembra un carnevale
tutti questi pacifisti del cazzo
che si fanno chiamare popolo di Seattle
massa di straccioni con bandiere arcobaleni
che solo a guardarli in faccia già divento paonazzo

 

Sono duecentomila e vogliono cambiare il mondo
e pensano che per cambiare basti un girotondo
io non so nemmeno chi ha ragione o chi ha torto
ma vuoi vedere che a sto giro qui ci scappa il morto?
Oguno sceglie la sua forma di protesta
c’è chi ha steso fili di mutande fuori alla finestra
c’è chi vuole oltrepassare la zona rossa
c’è chi canta “Avanti popolo, alla riscossa!”

 

Genova brucia
sono autorizzato dallo Stato
eseguire gli ordini non è mica reato e quindi
Genova brucia
non faccio distinzioni donne, vecchi o bambini
potrebbe essere tuo figlio Carlo Giuliani
Genova brucia
Genova brucia
Genova brucia

 

Mi ricordo una missione un po’ speciale
Genova 2001 squilla il cellulare
con la suoneria di Faccetta Nera
sono fascista, non credo sia una cosa di cui mi debba vergognare
Zecche, parassiti e comunisti
ci mancava pure quella banda di teppisti
con la tuta nera ed il passamontagna in testa
con le spranghe fanno a pezzi tutto e ci rovinano la festa

 

Fate la carica e poi ve la date a gambe
tenete il manganello e la pallottola vagante
tute bianche si tingono di sangue
sudore e lacrimogeni sparati sulla gente
Tu che ti rifugi nel cortile
prenderai più bombe che se fossi nato in Cile
la Costituzione come carta igienica
usala per pulirti il culo o tamponarti le ferite

 

Genova brucia
sono autorizzato dallo Stato
eseguire gli ordini non è mica reato e quindi
Genova brucia
non faccio distinzioni donne, vecchi o bambini
potrebbe essere mio figlio Carlo Giuliani
Genova brucia
Genova brucia
Genova brucia

 

Qui non serve a niente chiedere aiuto
piangi quanto vuoi non ti risponderà nessuno
non c’è Manu Chao e nemmeno il tuo avvocato
canta la mia filastrocca siamo al Bolzaneto

1, 2, 3 viva viva viva sei
4, 5, 6 fossi in te non parlerei
7, 8, 9 il negretto non commuove

 

Ne è morto solo uno ma potevano essere cento
i mandanti del massacro sono ancora in Parlamento

 

Genova brucia
Genova brucia
Genova brucia

 

 

La premiazione di Simone Cristicchi avrà luogo a Villadose (Rovigo) il 24 luglio, nel corso della XIV edizione del concorso musicale dal vivo “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 21 al 25 luglio.


Prima di Simone Cristicchi hanno vinto il Premio Amnesty Italia: Daniele Silvestri (“Il mio nemico”, 2003), Ivano Fossati (“Pane e coraggio”, 2004), Modena City Ramblers (“Ebano”, 2005) Paola Turci (“Rwanda”, 2006), Samuele Bersani (“Occhiali rotti”, 2007), Subsonica (“Canenero”, 2008), Vinicio Capossela (“Lettere di Soldati”, 2009) e Carmen Consoli (“Mio zio,” 2010). Clicca qui per andare alla pagina dedicata

 

Gli altri brani in concorso quest’anno erano: “Così sia” (Africa Unite), “Dolore” (Après la Classe), “E’ Lei” (Edoardo Bennato), “Cinture di pelle” (Laura Bono), “A un solo metro” (Luca Bussoletti con Dario Fo), “AAA Cercasi” (Carmen Consoli), “Giorgio” (Il Parto delle Nuvole Pesanti), “Il mio onore” (Enrico Ruggeri).

 

Della giuria che ha selezionato le proposte pervenute alla segreteria di Voci per la Libertà, hanno fanno parte: Giò Alaimo (il Gazzettino), Roberta Balzotti (Televideo Rai), Alessandro Besselva Averame (Mucchio), Ugo Coccia (Rai International), Cinzia Fiorato (Rai Uno), Gianmaurizio Foderaro (Rai Radio 1), Federico Guglielmi (Rai Radio 1, Mucchio, Audioreview), Michele Lionello (Voci Per La Libertà), Enrico Maria Magli (Radio 1, Deejay TV), Carlo Mandelli (QN – Quotidiano Nazionale, Il Giorno), Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International), Valeria Rusconi (Repubblica, Espresso), Giordano Sangiorgi (Meeting degli Indipendenti), Renzo Stefanel (Rockit), Christine Weise (presidente di Amnesty International) e Savino Zaba (Rai 1, Radio 2).

carmen

Premio Amnesty Italia 2010

Carmen Consoli Vince il Premio Amnesty Italia 2010 con il brano “Mio Zio”

 

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Carmen Consoli è la vincitrice dell’8° edizione del PAI, Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sez. Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell’anno precedente.

La premiazione di Carmen Consoli avrà luogo a Villadose (Rovigo), nel corso della serata finale della tredicesima edizione del concorso musicale dal vivo “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 22 al 25 luglio.

“Certo, sono onorata e felice di questo premio” – ha dichiarato Carmen Consoli. “Appoggio Amnesty International ogni volta che posso, nelle sue battaglie, nell’etica e nell’idea di persona che difende e promuove. Ma ringrazio Amnesty International per l’assegnazione di questo riconoscimento soprattutto per una ragione: gli abusi sui minori si consumano in famiglia, molto in famiglia, troppo in famiglia. La famiglia è il luogo fisico e ideale nel quale dovremmo trovare sempre rifugio e protezione e invece diventa troppo spesso il teatro di mostruosità, un teatrino che tendiamo a nascondere dietro il perbenismo, l’ipocrisia, la menzogna, a discapito ancora di chi non sa e non può difendersi. Parlarne, parlarne tanto e apertamente è il modo migliore per sgretolare questo teatro dell’orrore. Grazie, Amnesty, per dare un megafono al grido di dolore dell’innocenza perduta!”

 

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“Il brano ‘Mio Zio’ di Carmen Consoli è una canzone che fa gelare il sangue nelle vene” – ha affemato Christine Weise, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International – “con un’ironia crudele è capace di farti sentire la sofferenza e l’impotenza della bambina violata, la solitudine e la vergogna delle tante bambine che non ricevono aiuto perché i loro aguzzini sono uomini perbene, al di sopra di ogni sospetto in una società abituata ad addestrare ‘brave bambine’, docili, gioiose e disponibili e che faticano a conquistarsi un’autentica libertà. È ora di riconoscere che la violenza di genere è la violazione dei diritti umani più diffusa nel mondo, che donne e bambine hanno bisogno di solidarietà nel loro cammino verso l’autodeterminazione vera. La canzone di Carmen Consoli può dare coraggio e consapevolezza”.

 

 

Prima di Carmen Consoli hanno vinto il Premio Amnesty Italia: Daniele Silvestri (“Il mio nemico”, 2003), Ivano Fossati (“Pane e coraggio”, 2004), Modena City Ramblers (“Ebano”, 2005) e Paola Turci (“Rwanda”, 2006), Samuele Bersani (“Occhiali rotti”, 2007), i Subsonica (“Canenero”, 2008) e Vinicio Capossela (“Lettere di Soldati”, 2009). Clicca qui per andare alla pagina dedicata

 

 

 

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Tratta dall’Album ELETTRA

 

 

 

 

 

Ho messo il rossetto rosso in segno di lutto
E un soprabito nero
Era un uomo distinto mio zio.
Madre non piangere, ingoia e dimentica
Le sue mani ingorde tra le mie gambe
Adesso sta in grazia di Dio.

Brava bambina fai la conta
Più punti a chi non si vergogna
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in montagna.

Porgiamo l’estremo saluto ad un animo puro,
Un nobile esempio di padre, di amico e fratello
E sento il disprezzo profondo, i loro occhi addosso
Ho svelato l’ignobile incesto e non mi hanno creduto.

Brava bambina un po’ alla volta
Tranquilla, non morde e non scappa
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in vacanza.

Brava bambina fai la conta
Chi cerca prima o poi trova
Gioiuzza fallo ancora
Che zio ti porta alla giostra
Che zio ti porta alla giostra.

Ho messo un rossetto rosso carminio
E sotto il soprabito niente
In onore del mio aguzzino.

 

Gli altri nove brani in concorso quest’anno erano:

 

cammariere

Carovane
Sergio Cammariere

consoli

Mio Zio
Carmen Consoli

di michele

Anja del settimo cielo
Grazia di Michele

dolcenera

Date a Cesare
Dolcenera

fabi

Parole che fanno bene
Niccolò Fabi

teatro

A sangue freddo
Il teatro degli orrori

piotta

Scappa
Piotta

radiodervish

Tancredi e Clorinda
Radiodervish

ramazzotti

Non possiamo chiudere gli occhi
Eros Ramazzotti

rei

Donna che parla in fretta
Marina Rei

 

Della giuria che ha selezionato le proposte pervenute alla segreteria di Voci per la libertà, hanno fanno parte: Giò Alaimo (il Gazzettino), Roberta Balzotti (Televideo Rai), Alessandro Besselva Averame (Mucchio), Ugo Coccia (Rai International), Cinzia Fiorato (Tg 1), Gianmaurizio Foderaro (Rai Radio 1), Federico Guglielmi (Rai Radio 1, Mucchio, Audioreview), Michele Lionello (Voci Per La Libertà), Enrico Maria Magli (Radio 1, Deejay TV), Carlo Mandelli (QN – Quotidiano Nazionale, Il Giorno), Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International), Valeria Rusconi (Repubblica, Espresso), Giordano Sangiorgi (Meeting degli Indipendenti), Renzo Stefanel (Rockit), Christine Weise (presidente di Amnesty International) e Savino Zaba (Rai 1, Radio 2).

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Premio Amnesty Italia 2009

Vinicio Capossela vince il Premio Amnesty Italia 2009 con il brano “Lettere ai soldati”

 

Vinicio Capossela, con “Lettere ai soldati”, è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sez. Italiana di Amnesty International e dalla Associazione Culturale “Voci per la Libertà” per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell’anno precedente. La premiazione di Vinicio Capossela avrà luogo a VILLADOSE(ROVIGO), nel corso della serata finale della dodicesima edizione del concorso musicale dal vivo “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 16 al 19 luglio.

 

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“Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo”ha dichiarato Vinicio Capossela. “Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava l’impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento. Quella sera, al Teatro Storchi di Modena, Ivano Fossati concluse il suo concerto cantando ‘Il disertore’ di Boris Vian. Io tornai a casa e pensavo a tutta questa gente sull’orlo della catastrofe. Ognuno si sentiva impaurito qui più che al fronte. Dunque fui vittima, come tutti, della Paura, la Paura minacciata ad arte, che da sempre trova la più grande cassa di risonanza. Anni sono passati e a quella guerra ne sono seguite altre, per quanto possibile ancora peggiori” – ha aggiunto Capossela. “Dopo la Paura, ho voluto provare a mettere a fuoco l’impersonalità dell’uccidere. La gente che salta in aria da lontano, senza vedersi. E soprattutto il meccanismo della regola d’ingaggio. Il regolamento dell’uccidere. Lo stabilire quando è legale ammazzare. La freddezza della tecnologia delle armi. L’applicazione della chirurgia per cambiare i pezzi rotti, i crani, gli arti a chi salta in aria. L’ho fatto a mezzo di una canzone e di un battito del cuore, cercando di rendere oggettivamente la negazione dell’uomo, l’affidare la sua anima alle lettere. Le lettere, più vere di ogni retorica, che sono quelle che non arrivano a destinazione, nella grande Paura videodiffusa. Una canzone non è nulla confrontata a quanto fanno le persone che lavorano in organizzazioni come Amnesty International. Dunque ringrazio Amnesty International per il lavoro che svolge e per l’attenzione che ha dedicato al mio”.

 

Pobbiati“La canzone ‘Lettere di soldati’ di Vinicio Capossela ci racconta immagini di guerra crude e realistiche, prive di ogni retorica romantica e senza alcuna traccia di eroismo” ha affermato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. “Descrive la guerra come luogo della spersonalizzazione assoluta e ci porta in una dimensione in cui l’uomo perde la propria identità e umanità. Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perché porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del XXI secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione”.

 

 

 

da solo caover 150x135

LETTERA AI SOLDATI
 

 

(Vinicio Capossela)

 

 

 

 

Apre la strada
la vita e l’amore
chiude la strada
la morte e il dolore
limpida è l’aria
la palma è tranquilla
il fiume scorre
la luna non vede
che polvere e stelle
l’alba non sente
l’angoscia di noi
Piccoli soldati
piccoli e armati
dal coraggio d’ordinanza e dalla noia
dalla gloria dal rancio e dagli eroi
e dalle..
lettere d’amore
La casa ci separa e ci avvelena
nessuno tornera’ più come prima
Filo spinato
cemento armato
occhi nascosti
ovunque per terra
la radio gracchia
la testa scuote
le buche e le ruote
il cielo è soltanto
una feritoia
un recinto blindato
di un vetro di Humvee
Il deserto è tranquillo
non c’è linea del fronte
pattuglia di guardia
a balia del nulla
nulla che esplode
rovente nell’aria
odore di gomma
e carne bruciata
e pezzi di cranio
cervella per terra
e pezzi di faccia
e pezzi di noi
meccanismi d’ossa
e protesi in cambio
e sangue drenato
e sangue versato
In sacchi di plastica
torna un soldato
e lascia effetti
foto e armadietti
e alcool in branda
pornografia
e giacche graduate
lucenti e stemmate
e soldi e coraggio
e contratti d’ingaggio
lascia un alloggio
e lascia..
lettere d’amore
Uccidere non è peccato se non sei ucciso tu
uccidere non è peccato se è regola e lavoro
50 metri
sparare al motore
a 20 nel vetro
a 10 nel cuore
non hai conosciuto
chi è che hai centrato
una croce nel vetro
nebulizzato
non era un soldato
non era un soldato
piccolo e armato..
Il cielo ora è più nero e non è fumo
nessuno tornera’ più come era
La notte è serena
la palma è tranquilla
il fiume scorre
Babilonia muta
resta nel sole
e non si importa di noi
Piccoli soldati
piccoli e armati
piccoli soldati
piccoli e armati

 

GLI ALTRI BRANI IN CONCORSO ERANO:


ania 120x120(1) caparezza 120x120 cisco 120x120

CAMBIAMI
IL DESTINO
di Ania

NON METTERE
LE MANI IN TASCA
di Caparezza

MULTUMESC
di Cisco

folkabbestia 120x120 fossati ivano 120x120 oreglio flavio 120x120

IL SOGNO
DI MHEDY
dei Folkabbestia

LA GUERRA DELL’ACQUA
di Ivano Fossati

KABUL
di F. Oreglio e I Luf

negrita 120x120 yo yo mundi 120x120 zamboni massimo 120x120

RADIOCONGA
dei Negrita

IL GIORNO IN CUI VENNERO GLI AEREI
degli Yo yo Mundi

QUASI TUTTI
di Massimo Zamboni

 

Della giuria che ha selezionato le proposte pervenute alla segreteria di Voci per la libertà, hanno fatto parte: Giò Alaimo (Il Gazzettino), Alessandro Besselva Averame (Mucchio), Silvia Boschero (Radio Rai), Marco Cavalieri (Radio Città Aperta), Valerio Corzani (Radio 3, il manifesto), Maria Cuffaro (Rai Tre), Luca D’Alessandro (MusicBoom), Fabio De Luca (Rolling Stone), Cinzia Fiorato (Rai Uno), Gabriele Guerra (Freequency), Ezio Guaitamacchi (Jam), Federico Guglielmi (Mucchio), Andrea Laffranchi (Corriere della Sera), Michele Lionello (Voci per la Libertà), Carlo Mandelli (QN – Quotidiano Nazionale, Il Giorno), Riccardo Noury (Amnesty International – Sezione Italiana), Diego Pinamonte (Smemoranda.it), Paolo Pobbiati (Amnesty International – Sezione Italiana), Valeria Rusconi (Gruppo Espresso), Giordano Sangiorgi (MEI), Mauro Santoriello (MTV), Gianni Santoro (XL), Stefano Starace (A Rivista), Renzo Stefanel (Rockit), John Vignola (Vanity Fair, Radio 1), Savino Zaba (Rai Uno e Radio 2), Franco Zanetti (Rockol).

 

Prima di Vinicio Capossela, hanno vinto il Premio Amnesty Italia Daniele Silvestri (“Il mio nemico”, 2003), Ivano Fossati (“Pane e coraggio”, 2004), Modena City Ramblers (“Ebano”, 2005) e Paola Turci (“Rwanda”, 2006), Samuele Bersani (“Occhiali rotti”, 2007) e i Subsonica (“Canenero”, 2008).

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Premio Amnesty Italia 2008

 

I SUBSONICA, con “Canenero”, sono i vincitori della sesta edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell’anno precedente. Prima dei Subsonica, avevano vinto il Premio Amnesty Italia Daniele Silvestri (“Il mio nemico”, 2003), Ivano Fossati (“Pane e coraggio”, 2004), Modena City Ramblers (“Ebano”, 2005) e Paola Turci (“Rwanda”, 2006) e Samuele Bersani (“Occhiali rotti”, 2007).

 

subsonica PAI 08(2)“E’ un onore di quelli grandi ricevere da un’istituzione come Amnesty un riconoscimento così” hanno dichiarato i Subsonica “Da un lato perché scrivendo una canzone su uno specifico tema, come ad esempio questo degli abusi sui minori, non ci si chiede mai quanto  in concreto saprà  smuovere interesse o suscitare riflessioni. Altrimenti ci si blocca e non lo si fa più. E dall’altro perché Amnesty International, puntualmente presente nella tutela dei diritti  delle persone, si dimostra rapida attenta ed efficace nell’individuare tutti i significati del termine ‘violazione’, per i quali purtroppo non sempre occorrono dittature o prigioni perse in capo al mondo. La violazione dei diritti può avvenire tra le pareti le domestiche come in una qualsiasi caserma di un paese democratico e purtroppo può riguardare ognuno di noi in qualsiasi momento. Ringraziamo, quindi, Amnesty International per questo premio, ma non solo”.

 

fotopobbiati200x133“Canenero ci parla di uno dei peggiori incubi che possa segnare la storia di un bambino: un abuso da parte di un adulto” ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. “Si tratta di una delle forme più feroci di violenza, perpetrata nei confronti di un soggetto debole e indifeso. I Subsonica hanno avuto il coraggio di utilizzare la musica per raccontare quanto questo fenomeno sia diffuso e presente anche in realtà apparentemente normali, per ricordare quanti ‘cani neri’ stiano sbranando il futuro di tanti bambini”.

 

 

La premiazione dei SUBSONICA
avrà luogo a VILLADOSE (Rovigo)
DOMENICA 20 LUGLIO


ORE 18.00 CONFERENZA STAMPA APERTA AL PUBBLICO
Presso Sala Consiliare Municipio Villadose

 

IN SERATA ACUSTIC LIVE DEI SUBSONICA
Presso Stadio Rugby Villadose

 

 

Gli altri nove brani in concorso erano:

 

bennato 120x120 tetes 120x120 gemellidiversi 120x120

Canzone per Beirut
Eugenio Bennato

Avanti pop
Tetes de Bois

Boom!
Gemelli Diversi

nannini 120x120 negramaro 120x120 radiodervish 120x120

Mosca cieca
Gianna Nannini

Tu ricordati di me
Negramaro

Milioni di promesse
Radiodervish

remotti 120x120 ruggiero 120x120 canali 120x120

La guerra dei vecchietti
Remo Remotti

Canzone fra le guerre
Antonella Ruggiero

Canzone della tolleranza e
dell’amore universale
Giorgio Canali
e Rossofuoco

 

Della giuria che ha selezionato le proposte pervenute alla segreteria di Voci per la libertà, hanno fatto parte Giò Alaimo (Il Gazzettino), Silvia Boschero (Radio Rai), Marco Cavalieri (Radio Città Aperta), Valerio Corzani (Radio Rai, il manifesto), Luca D’Alessandro (MusicBoom), Cinzia Fiorato (Tg1 Rai), Gabriele Guerra (Freequency), Ezio Guaitamacchi (Jam, Lifegate), Federico Guglielmi (Il Mucchio, Radio Rai), Andrea Laffranchi (Corriere della Sera), Michele Lionello (Voci per la libertà), Carlo Mandelli (Il Giorno), Riccardo Noury (Amnesty Italia), Diego ”Alligatore” Pinamonte (Smemoranda.it), Paolo Pobbiati (Amnesty Italia), Valeria Rusconi (Rolling Stone), Giordano Sangiorgi (Mei), Mauro Santoriello (MTV), Gianni Santoro (XL), Stefano Starace (A rivista), Renzo Stefanel (Rockit), John Vignola (Vanity Fair, Radio Rai) e Franco Zanetti (Rockol).

Pobbiati

Premio Amnesty Italia 2007

 

 

Samuele Bersani, col brano “Occhiali rotti”,  è il vincitore della quinta edizione del Premio Amnesty Italia, indetto dalla Sez. Italiana di Amnesty International e dall’Associazione Culturale “Voci per la libertà” come riconoscimento per il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel 2006.

 

 

Pobbiati“Il brano ‘Occhiali rotti’ riporta alla ribalta la terribile vicenda dell’assassinio di Enzo Baldoni, un attivista per i diritti umani che ha pagato con la vita il suo coraggio e la sua determinazione. Le parole di Bersani ci ricordano l’amore per la vita, la voglia di capire e il tono lieve di questo straordinario personaggio, dimenticato forse un po’ troppo presto dai suoi connazionali. Nell’attribuire il Premio Amnesty a questa canzone, il nostro pensiero non può non andare in primo luogo ai familiari di Enzo e al vuoto incolmabile che questa perdita ha causato loro.”
Paolo Pobbiati
Presidente della Sezione Italiana di Amnesty International

 

 

Bersani 100x115“Sono orgoglioso ed emozionato di vedermi attribuito un riconoscimento così importante da Amnesty, che rimane una delle poche bandiere di vera pace e giustizia, in un mondo sempre più dominato dagli interessi privati e guerrafondai di qualche “superpotenza”. Ho scritto “Occhiali Rotti” pensando ad Enzo Baldoni: voglio dedicare questo premio ai suoi familiari, e il mio pensiero va a tutti quei reporter sparsi nel mondo che a rischio della loro pelle ci tramandano una verità senza filtri, raccontandoci il punto di vista dei deboli e di chi altrimenti non avrebbe voce”.
Samuele Bersani
Vincitore Premio Amnesty Italia 2007

 

 

La premiazione di Samuele Bersani avrà luogo a Villadose (Rovigo),nel corso della decima edizione del concorso musicale dal vivo“Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma a fine luglio.

 

SBersani cd

OCCHIALI ROTTI

Ho lasciato la mancia al boia per essere sicuro
che mi staccasse la testa in una volta sola e ti assicuro
non lo pagai sperando di fermarlo
come mai si ritirò è un mistero e il motivo non so spiegarlo ma so andarmene lontano
se nessuno mi trattiene
e tornarmene a Milano nonostante le catene
Ho lasciato la mancia al boia, sai quanto mi servisse
un orologio Bulova
se il tempo lo scandiva la mia tosse
tanto che poi in cambio ottenni acqua
e un sorriso che pensai
fosse un rischio persino per lui
per capirmi è necessaria la curiosità di Ulisse
di viaggiare in solitaria
vedendo il mondo per esistere…
E chissà che poi non capita che ad uccidermi
sia per caso la pallottola amica di un marine
ma se chi dovrebbe darti aiuto respinge il tuo saluto cosa fai?
bestemmi o preghi il dio del vetro andando marciandietro via dai guai
e vai all’inferno
che la differenza in fondo non ci sta
Ho lasciato la mancia al boia per essere sicuro
che mi staccasse la testa in una volta sola e ti assicuro
non lo pagai sperando di fermarlo
come mai si ritirò è un mistero e il motivo non so spiegarlo
ma nel giro di un minuto dietro a un paio di lenzuola
è sbucato il sostituto
con in mano una pistola
Finalmente un po’ di musica
ma che nostalgia di quando avevo preso la chitarra elettrica e l’ho data via
chissà se gli errori del passato sono ancora adesso in garanzia e se mi verrà mai perdonato il fatto che io spesso andassi via un bacio a tutti, quanti sogni belli e quanti brutti
i miei occhiali si son rotti
ma qualcuno un giorno li riparerà…
Finalmente un po’ di musica
ma che nostalgia di quando avevo preso la chitarra elettrica e l’ho data via
chissà se gli errori del passato sono ancora adesso in garanzia e se mi verrà mai perdonato il fatto che non fossi a casa mia
un bacio a tutti, fate sogni belli e pochi brutti

i miei occhiali si son rotti
ma qualcuno un giorno se li metterà
e a occhi semichiusi
attraverserà posti distrutti
e silenziosi.

 

La Giuria del Premio Amnesty Italia 2007:

Giò Alajmo (Il Gazzettino), Luca Bernini (Gq), Silvia Boschero (Radio Rai Uno), Valerio Corzani (Radio Rai, Il Manifesto), Luca D´Alessandro (Music Boom), Gabriele Guerra (Freequency), Ezio Guaitamacchi (Jam, Lifegate), Federico Guglielmi (Il Mucchio), Andrea Laffranchi (Corriere Della Sera), Michele Lionello (Voci per la Libertà), Carlo Lucarelli (scrittore), Carlo Mandelli (Il Giorno), Daniel Marcoccia (RockStar), Riccardo Noury (Amnesty Italia), Diego “Alligatore” Pinamonte (smemoranda.it), Paolo Pobbiati (Amnesty Italia), Giordano Sangiorgi (MEI), Mauro Santoriello (MTV), Gianni Santoro (XL), Renzo Stefanel (Rockit), Stefano Starace (A rivista), John Vignola (Vanity Fair, Radio Rai), Franco Zanetti (Rockol).

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Premio Amnesty Italia 2006

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La 4ª edizione del PREMIO AMNESTY ITALIA è stata vinta dalla canzone “Rwanda” di Paola Turci. Il prestigioso premio indetto dalla Sezione Italiana di Amnesty International e Voci per la Libertà viene assegnato ogni anno al brano che ha meglio saputo affrontare il tema dei diritti umani. A vincere le tre edizioni precedenti erano stati  “Il mio nemico” di Daniele Silvestri (2003) “Pane e coraggio” di Ivano Fossati (2004) ed “Ebano” dei Modena City Ramblers.

 

La giuria, composta da critici musicali, rappresentanti di Amnesty International e di Voci per la Libertà, ha premiato “Rwanda” (tratto dall’album “Tra i fuochi in mezzo al cielo” – 2005) per il testo insieme suggestivo e di denuncia, che ricorda all’opinione pubblica il “genocidio dei 100 giorni” in cui, nel 1994, nel paese africano venne sterminato quasi un milione di persone.

 

“Rwanda” parla delle donne che hanno perso tutto, dei fiumi dalle acque rosse del sangue dei cadaveri, del traffico irresponsabile di armi che permise il genocidio, delle responsabilità della comunità internazionale, che non intervenne per fermarlo.

 

 

Sono particolarmente felice del conferimento di questo premio” ha dichiarato Paola Turci. “Da un punto di vista strettamente personale mi gratifica profondamente ricevere un riconoscimento da un’Associazione di grande serietà, impegno ed efficacia come Amnesty International; da un punto di vista sociale e civile, sento l’importanza di continuare a tenere l’attenzione sulla strage in Rwanda; troppo poco se ne è parlato a suo tempo ed ancora scottano il silenzio, la distrazione, forse l’indifferenza dentro le quali si è consumata quella tragedia“.
 

 

Questo brano ricorda una delle più grandi tragedie che hanno insanguinato la fine del XX secolo”, ha commentato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. “Allora la comunità internazionale fu colpevolmente assente e ancora oggi ci interroghiamo sulle reali motivazioni e dinamiche di quell’abominio. Quanto accaduto successivamente in altri paesi africani dimostra quanto poco la lezione del Rwanda ci abbia insegnato a distanza di quasi dodici anni”.



Paola Turci riceverà il premio durante
il Concorso “Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty”
che si terrà dal 19 al 24 luglio a Villadose (RO)


 

Turci - cover cd min Paola Turci
 

“Rwanda”
 

“Tra i fuochi in mezzo al cielo”

 

 

 

 

Volevo vivere la mia esistenza
Lavorando e amando
Come ho sempre saputo fare
Come ho sempre saputo fare
Ma la guerra ha scelto per noi
Con le sue leggi senza senso
E il paradiso e’ diventato inferno
Sentirsi diversi e mostrarsi uguali
Ma come si vive se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive senza ossigeno
Ci hanno chiamati per definizione
Un avanzo dell’ umanità
E cosa ancora peggiore
Ci hanno lasciati soli in balìa del vento
E il fiume ora spinge i suoi morti verso ovest
Verso ovest
E il fiume spinge i suoi morti verso ovest
Ma come puoi vivere se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive
Senza ossigeno
quando il silenzio esploderà
questa terra sarà già deserto
quando la fine arriverà
la storia non salderà il conto
sembra così vicina adesso
Questa luna fredda, ghiacciata
Di fronte alla follia dell’uomo
Che non conosce tregua ne’ compassione
Ma che cos’e’ la paura in fondo
Quando il vero nemico
Il vero nemico
E’ il sonno della ragione
Perchè non puoi vivere
Se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive senza ossigeno
Quando il silenzio esploderà
Questa terra sarà già deserto
Quando la fine arriverà
La storia non salderà il conto
Quando il silenzio esploderà
Questa terra sarà già deserto
Quando la fine arriverà
La storia non salderà il conto

 

La giuria che ha votato il Premio Amnesty Italia 2006:

PAOLO POBBIATI (Presidente Sezione Italiana Amnesty International), RICCARDO NOURY (Direttore Ufficio Comunicazione Sezione Italiana Amnesty International), MICHELE LIONELLO (Direttore Artistico Voci per la Libertà), GIORDANO SANGIORGI (Presidente Meeting delle Etichette Indipendenti), MELANIA G. MAZZUCCO (Scrittrice – Premio Strega 2003), MASSIMO CIRRI (RaiRadio2 “Caterpillar”), ANDREA LAFFRANCHI (Corriere della Sera) GIÒ ALAJMO (Il Gazzettino), STEFANO STARACE (L’isola che non c’era), FEDERICO GUGLIELMI (Mucchio Selvaggio), FABIO DE LUCA (Repubblica XL), GIANNI SANTORO (Repubblica XL), FRANCESCO PICCIONI (Rockstar), DANIEL MARCOCCIA (Rock Sound), GABRIELE GUERRA (Freequency), MAURO SANTORIELLO (MTV), LUCA D’ALESSANDRO (MusicBoom), RENZO STEFANEL (Rockit), FRANCO ZANETTI (Rockol).

 

Le 10 Nominations della quarta edizione:

“Ora o mai più” di Giulio Casale
“Gambadilegno a Parigi” di Francesco De Gregori
“Holyland” di Eugeno Finardi
“Mani in alto” di Jovanotti
“Sale” dei Negrita
“Gastarbeiter” di Roy Paci & Aretuska
“Corpo a corpo” dei Subsonica
“Bomba innescata” dei Sud Sound System
“Rwanda” di Paola Turci
“Immi Ruah” di Renato Zero

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Premio Amnesty Italia 2005

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La 3ª edizione del Premio Amnesty Italia è stata vinta dalla canzone “Ebano” dei Modena City Ramblers. Il prestigioso premio indetto dalla Sezione Italiana di Amnesty International e Voci per la Libertà viene assegnato al brano che ha meglio saputo affrontare il tema dei diritti umani. A vincere le due edizioni precedenti erano stati  “Il mio nemico” di Daniele Silvestri (2003) e Pane e coraggio” di Ivano Fossati (2004).

La giuria, composta da critici musicali, rappresentanti di Amnesty International e di Voci per la Libertà, ha premiato “Ebano” (tratto dall’album “¡Viva la vida, muera la muerte!” – 2004) per il testo altamente suggestivo e l’intensa melodia, e soprattutto per il tema strettamente legato alla campagna di Amnesty International “Mai più violenza sulle donne”.

La canzone racconta, infatti, la vicenda di una ragazza africana emigrata in Italia, come molte altre, per cercare fortuna ma costretta infine a prostituirsi. E Perla Nera, la protagonista di “Ebano”, chiede che ognuno si ricordi della sua storia perché “… lungo il viale verso la sera, ai miei sogni non chiedo più nulla”. “Siamo molto contenti di questo premio, le sensazioni che si provano in questi casi sono quelle di non sentirsi soli ed è la conferma che la strada dal nostro gruppo scelta 13 anni fa è quella giusta. Riconoscimenti come il Premio Amnesty ci danno ancor più forza e motivazione per proseguire il nostro percorso”.
 

Cisco [MCR]


“Ebano”

Sono nata dove la pioggia porta ancora il profumo dell’ebano
Una terra là dove il cemento ancora non strangola il sole
Tutti dicevano che ero bella come la grande notte africana
E nei miei occhi splendeva la luna, mi chiamavano la Perla Nera…

A sedici anni mi hanno venduta, un bacio a mia madre e non mi sono voltata
Nella città con le sue mille luci per un attimo mi sono smarrita…
Così laggiù ho ben presto imparato che i miei sogni eran solo illusioni
E se volevo cercare fortuna dovevo lasciare ogni cosa

Ebano…
Jack O’s bar, Parade hotel, from me une
Ebano…

Spesi tutto quello che avevo per il viaggio e per i miei documenti
A palermo nel ’94 eravamo più di cento giù al porto…
Raccoglievo le arance e i limoni in un grande campo in collina
Lavoravo fino a notte inoltrata per due soldi e una stanza nascosta

Ebano…
It’s a long long night
It’s a long long time
It’s a long long road
Ebano…

Poi un giorno sono scappata verso Bologna con poca speranza
Da un’amica mi sono fermata, in cerca di nuova fortuna
Ora porto stivali coi tacchi e la pelliccia leopardata
E tutti sanno che la Perla Nera rende felici con poco…

Ebano…
Jack O’s bar, Parade hotel, for me une
Ebano…
Ebano…
It’s a long long night
It’s a long long time
It’s a long long road
Ebano…

Perciò se passate a Bologna, ricordate qual è la mia storia
Lungo i viali verso la sera, ai miei sogni non chiedo più nulla
Ebano…

Modena City Ramblers

 

 

Le 10 nominations della terza edizione:

“Tutt’egual song ‘e ccriature” di Enzo Avitabile
“Ermeneutica” di Franco Battiato
“Libero nell’aria” di Sergio Cammariere
“Avanzo di galera” di Max Gazzè
“Piazza Alimonda” di Francesco Guccini
“Ebano” dei Modena City Ramblers
“It’s Forever” di Mariella Nava feat. Dionne Warwick
“Orfani e vedove” dei PGR
“Ouch!” di Raf
“Questo è il mondo” dei Tre Allegri Ragazzi Morti

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