Come festival quest’anno supportiamo la campagna di Amnesty International LA SOLIDARIETÀ NON È UN REATO. Durante la nostra quattro giorni di Rosolina Mare (RO) dal 19 al 22 luglio affronteremo la tematica attraverso numerosissime iniziative.
INFORMAZIONI DI CONTESTO
In Europa, attivisti e movimenti di base hanno aiutato rifugiati e migranti per anni, sfidando misure di confine illegali e pratiche e leggi indiscriminate e abusive.
Molti erano in prima linea nella risposta alla “crisi” del 2015, assistendo i rifugiati all’arrivo, colmando le lacune istituzionali e fornendo supporto di base nelle zone transfrontaliere.
Ma questi stessi attivisti e organizzazioni sono sempre più stigmatizzati, presi di mira e persino perseguiti per aver difeso i diritti di migranti e rifugiati. L’ambiente in cui operano, è diventato sempre più ostile. Ad esempio, nel 2017, le Ong impegnate nelle operazioni di ricerca e soccorso (SAR) nel Mediterraneo sono state il bersaglio di campagne denigratorie solo per avere assolto all’obbligo morale e legale di salvare vite in mare. Questi attacchi hanno finito per ostacolare il loro lavoro umanitario e ridurre la loro presenza in mare.
Allo stesso modo, nel 2017, attivisti rinomati sono stati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare a causa delle chiamate fatte alla Guardia Costiera per informare di avvistamenti di migranti alla deriva in mare. Alle frontiere terrestri europee, attivisti e difensori dei diritti umani sono stati perseguiti e accusati di contrabbando, multati e persino incarcerati, solo per avere aiutato i migranti che vogliono attraversare i confini in modo irregolare. In alcuni casi le autorità statali stanno abusando di disposizioni anti-contrabbando, interpretandole in maniera errata e allargata per criminalizzare i difensori dei diritti umani.
Anche nel 2018 la situazione non sembra migliorare. Decisioni simili prese in paesi diversi creano precedenti per standard che danneggiano il lavoro dei singoli e dei gruppi in difesa di rifugiati e migranti. Stigmatizzazione e minacce di persecuzione minano il lavoro di movimenti di base, attivisti e Ong, che sfidano quotidianamente gli effetti delle politiche abusive di gestione delle frontiere. E l’effetto è che la situazione di rifugiati e migranti diventa ancora più precaria quando vengono attaccati coloro che sono solidali riducendone le attività. In Europa, la criminalizzazione della solidarietà ha conseguenze più profonde: implica la criminalizzazione di uno dei valori fondamentali che dovrebbero definire le nostre società e prepara il terreno per paura e divisioni, impedendo alle società di connettersi tra loro e impegnarsi per la ricerca di dignità e protezione per rifugiati e migranti.
Individui e organizzazioni che aiutano rifugiati e migranti sono l’esempio più visibile dell’impegno per costruire comunità più accoglienti in Europa: testimoniano le violazioni dei diritti umani e gli abusi; rispettano l’imperativo umanitario, anteponendo le persone ai confini. Sullo sfondo del fallimento degli stati per proteggere i rifugiati e i migranti, scelgono di intervenire in prima persona. Sono i coraggiosi, quelli in prima linea nella lotta contro la politica della demonizzazione in Europa.
E Amnesty International è al loro fianco per sfidare le politiche di criminalizzazione della solidarietà.
L’IMPEGNO DI AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO
LA CRMINALIZZAZIONE DELLA SOLIDARIETÀ
Amnesty International vuole sfidare la criminalizzazione della solidarietà nelle sue varie forme: disposizioni legislative trasversali, azioni penali contro gli attivisti e la potenziale stigmatizzazione e intimidazione che portano alla criminalizzazione. Stiamo dalla parte degli attivisti sotto attacco, per difendere i diritti dei migranti e dei rifugiati. Monitoriamo i casi e i processi emblematici, sviluppiamo azioni di solidarietà e analizziamo la legislazione nei paesi interessati dal fenomeno dimostrando le violazioni del diritto internazionale.
Il lavoro umanitario e dei diritti umani non dovrebbe mai essere criminalizzato perché aiutare le persone ad attraversare i confini in modo irregolare senza alcun vantaggio personale non è contrabbando e non dovrebbe essere considerato un reato.
#LASOLIDARIETÀNONÈREATO.
FERMIAMO LA DETENZIONE E LA VENDITA DI RIFUGIATI E MIGRANTI IN LIBIA
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