Il I numero del 2014 della rivista è dedicato alle donne e alle violazioni che subiscono in Italia e nel mondo. A parlarcene sono tre donne la giornalista del Corriere della Sera, Monica Ricci Sargentini, la giornalista e formatrice Monica Lanfranco e l’attrice Lella Costa.
Il giornalista Federico Mastrogiovanni ci ha raccontato il suo viaggio sulla “bestia”, il treno sul quale i migranti dal Messico cercano di raggiungere gli Usa. Accanto al suo articolo potrete vedere un’intervista video a Padre Solalinde, che gestisce un rifugio per i migranti lungo il loro pericoloso tragitto.
E poi ancora un reportage realizzato dalla redazione della rivista del Segretariato Internazionale di Amnesty International nel villaggio palestinese di Nabi Saleh, dove gli abitanti ogni venerdì sfidano con una marcia pacifica l’occupazione israeliana.
Da non perdere l’intervista al rapper italo-siriano Zanko Ela arabe blanco e quella all’avvocato bielorusso Pavel Sapelko.
Troverete inoltre un resoconto sulla Write for Rights e una bella infografica che spiega il funzionamento e l’utilità di questa maratona di firme che Amnesty International organizza ogni anno.
E infine l’articolo del nostro nuovo direttore Gianni Rufini, recensioni di libri e film, gli appelli da firmare e molto altro! Tutto su www.trimestrale.amnesty.it
Buona lettura.
EDITORIALE
Cara amica, caro amico,
il biennio 2014-2015 inizia, per Amnesty International, con un impegno rinnovato per i diritti umani delle donne, sia sul piano internazionale che su quello italiano. Lavoreremo infatti a una nuova grande campagna internazionale per porre fine al controllo e alla criminalizzazione delle scelte delle donne in materia sessuale e riproduttiva. Vogliamo che venga garantita libertà alle donne nepalesi di scegliere se e quando sposarsi (e se e quanti figli avere) e che siano adeguatamente prevenute patologie, come il prolasso uterino, che sono la diretta conseguenza di pratiche discriminatorie nei loro confronti. Vogliamo che sia fermata la violenza endemica contro le donne in El Salvador, dove l’aborto è sempre reato, anche per le vittime di stu- pro e per le donne la cui vita è a rischio. Vogliamo che siano abrogate le leggi marocchine che obbligano donne e ragazze a sposare i loro stupratori, a cui viene garantita l’impunità se sposano la vittima, e quelle che portano a processare per atti indecenti una ragazza di 14 anni per un bacio dato in pubblico. Vogliamo lasciarci alle spalle queste e molte altre situazioni inaccettabili, fra loro differenti ma tutte legate dal filo rosso della discriminazione e della violenza. Allo stesso tempo continueremo a lavorare per i diritti delle donne in Italia. Per fermare la piaga del femminicidio, è banale dirlo, la ratifica della Convenzione di Istanbul non basta, se gli impegni assunti sul piano internazionale non sono presi sul serio e onorati. A tal fine servono misure interne che non siano limitate alla repressione e alla tutela delle vittime della violenza già avvenuta. Servono misure preventive e risorse adeguate, passi avanti concreti, al di là delle belle parole. Da parte nostra, chiediamo e continueremo a chiedere, assieme alle attiviste e agli attivisti di Amnesty International in tutto il mondo, fino a quando i nostri obiettivi non saranno realizzati, che a milioni di donne sia data la possibilità di vivere una vita migliore in dignità e diritti.
Antonio Marchesi
Presidente Amnesty International Italia