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Leo Miglioranza, Premio Amnesty International Italia Emergenti 2013, riscuote dal festival di Amnesty, Voci per la Libertà, la sua vincita: si tratta della produzione del video clip del brano incoronato nella XVI edizione della manifestazione, “Na coeomba bianca”, canzone rock in dialetto veneto che tratta delle mine anti persona, ordigni che colpiscono principalmente civili e per lungo tempo dalla fine delle guerre.

 

Na coeomba bianca ha l’ònere onòre di lanciare la compilation del festival – la cui tracklist include i finalisti e gli ospiti 2013, compresi Paolo Benvegnù, Mario Venuti, Marta sui tubi e il duetto Enzo Avitabile e Francesco Guccini – presto in distribuzione gratuita presso i banchetti di Amnesty International Italia.

 

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Leo Miglioranza, autore del brano vincitore di Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty 2013 ci spiega:

 

“Na coeomba bianca (una colomba bianca) vuole essere il grido disperato di tutte le vittime innocenti di ogni guerra. Ho voluto porre l’attenzione sulla tremenda realtà delle mine antipersona, armi che mietono vittime fra i civili anche dopo il termine dei conflitti e che richiedono un un ingente impegno economico per essere disinnescate, spesso da parte di paesi già distrutti e impoveriti dai combattimenti.

 

Ho pensato ad una guerra vicina, raccontata nell’idioma della mia terra, con la triste consapevolezza che potrebbe scoppiare anche qui e che quei bambini immaginati dall’altra parte del mondo potrebbero essere i nostri figli.

 

Personalmente sono molto onorato d’aver ricevuto un premio così prestigioso, importante e significativo e in qualche modo, d’aver contribuito, nel mio piccolo, a porre l’attenzione su di problema così grande e purtroppo ancora lungi dall’essere risolto”.

 

 

GUARDA IL VIDEOCLIP

 

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Il videoclip è stato realizzato da GG Zerbetto, fotografo, videomaker e regista che ha collaborato per diversi anni con Direct2Brain, nota casa di produzione cinematografica, e che ha realizzato molti video-clip per cantanti famosi fra i quali Ligabue, Jovanotti, Tiromancino, Coolio, Mina, Celentano, Giorgia ed altri ancora.

Ecco cosa ci racconta:

 

“Quando lessi il testo mi resi conto che la canzone racchiudeva in quelle poche righe tutta una serie di condizioni e stati d’animo che difficilmente un essere umano può sopportare.
Al dolore fisico, subito dalla giovane creatura, se ne aggiungeva uno più profondo e più forte: quello interiore che va a scatenare emozioni profonde e devastanti.

 

La rabbia, l’impotenza, la paura, i sensi di colpa, l’incapacità, la perdita di una amicizia e dei sogni, l’addio ad una spensierata giovinezza, il trovarsi improvvisamente in una condizione diversa e drammatica, la coscienza che mai sarà più come prima e il terrore dovuto all’abbandono.

 

‘Dio perché mi hai abbandonato?!’ Urlò il Cristo in croce. Credo che il senso di abbandono sia la massima disperazione che può raggiungere l’uomo.
Solo una creatura può alleviare tale sofferenza: una madre. Maria, impotente alla crocifissione del Cristo, era sotto la croce perché non voleva che il Cristo provasse quel male estremo.

 

La ninna nanna, cantata dalla straordinaria Erica Boschiero, ha rappresentato per me l’atto protettivo di una madre nei confronti del giovane sofferente, un atto simbolico che tende a riportare il bimbo dentro il grembo materno, prima naturale protezione di ogni essere vivente.

 

Na coeomba bianca è una canzone, una poesia, ma purtroppo può essere anche una storia vera. Na coeomba bianca è un urlo che denuncia un’atroce arma inventata dall’uomo.

 

Non è stato facile decidere come interpretare con immagini questo meravigliosa canzone in quanto avevo di fronte due ostacoli: il testo è molto impattante e il difficile momento socio-economico. Ho pertanto ritenuto assolutamente negativo usare immagini di guerra o strazianti perché certamente si sarebbe innescato un’azione di rifiuto da parte dell’ascoltatore.

 

Ho scelto una location rovinata e neutra perché rappresentasse l’angoscia che prova la persona: i ponteggi delle vecchie cantine di Villa Capra Bassani rappresentano una sorta di gabbia simile alla nuova condizione che limita la vita del bimbo.

 

La presenza dei fuochi nella prima parte del video simboleggiano la forza interna dell’individuo che tenta di reagire e che non si rassegna. Il fuoco è uno dei quattro elementi della filosofia greca antica. Era comunemente associato alle qualità dell’energia, della grinta e della passione. Secondo la mitologia Prometeo rubò il fuoco agli dèi per donarlo agli umani bisognosi di aiuto.

 

Il primo progetto conteneva riprese simboliche, ma ho cambiato idea dopo aver visto un live di Leo e, colpito dalla sua interpretazione e dalla sua mimica, ho preferito valorizzare queste caratteristiche espressive.

 

Durante la ninna nanna, poi, mi sono concentrato su costumi e location per mantenere più “pura” possibile la melodia, guardandomi bene dal scivolare nel commerciale usando ballerine o immagini simili.

 

Le location con Erica sono due: interno di una casa per dare il senso della rassicurazione e l’esterno in un castagneto dove vi è un enorme castagno secolare con il tronco scavato, albero che sta a significare forza e protezione:
– forza: il castagno è praticamente distrutto, il tronco internamente è vuoto ha una enorme ferita, ebbene questa pianta è riuscita a crescere lo stesso forte e rigogliosa negli anni
– protezione: nella parte finale si vede Erica cantare dentro il tronco vuoto che funge da mantello. Con le immagini, dunque, ho capovolto il messaggio della “ninna nanna”, ho voluto che fosse il figlio (castagno) a proteggere l’affetto e l’amore datogli dalla madre. Il figlio senza l’amore e la protezione della madre non può farcela, ma la madre senza un figlio è morta dentro. Entrambi hanno bisogno l’uno per l’altra.
Quindi la “ninna nanna” e l’albero sono l’anello che salda ancora di più il rapporto fra i due; è una vita, un nuovo amore per la vita.

 

Il video inizia con due bimbi che giocano in montagna fino a che non vi è lo scoppio rappresentato dal suono distorto del pianoforte (suonato egregiamente da Valentino) e dal bianco che appare improvvisamente nello schermo. Da quel bianco piano piano si ricomincia a rivedere l’ambiente esterno, la dissolvenza rappresenta gli occhi del bimbo ferito che si riaprono dopo lo scoppio.”

 

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Crediti:

Prodotto da Associazione Culturale Voci per la Libertà e Amnesty International Italia con la collaborazione di FAR Srl di S. Agostino (FE)

 

Na coeomba bianca di Leo Miglioranza, tratto da “‘Ndemo xente”
Attori: Leo Miglioranza, Erica Boschiero, Valentino Favotto, Andrea e Francesca

 

Voce: Leo Miglioranza
Voce ospite: Erica Boschiero
Pianoforte: Valentino Favotto
Basso elettrico: Stefano Andreatta
Batteria Nicola: “Accio” Ghedin
Tecnico del suono: Marino De Angeli

 

Regia e fotografia: GG Zerbetto
Videomaker: Mirco Campagnolo Maschio e Lele Petrigliano
Montaggio: Carmen Schiavolin
Testo di coda: Maria Rosa Cirimbelli
Producer: Sabrina Sagnelli
Makeup: Letizia Cordella
Costumi Compagnia Teatro Filodrammatico Città di Este
Executive Producer R1-Si d.o.o.

 

Location: Villa Capra Bassani – Sarcedo e Parco Nazionale dei Colli Euganei