Gli Amarcord, vincitori del Premio Giuria Popolare, si raccontano in questa bella intervista in cui ci parlano della loro partecipazione a Voci per la Libertà e del loro mondo musicale.
BREVE BIO DEGLI AMARCORD
Gli Amarcord nascono a Firenze dalla convinzione che niente si ricordi meglio dell’affermazione “mi ricordo” stessa. Il 26 Gennaio 2016 esce l’album di esordio “Vittoria”, promosso con un intenso tour estivo tra Toscana, Lazio, Liguria, Marche, Lombardia e Piemonte. Al suo interno sono contenuti alcuni brani che hanno segnato tappe importanti, come “I nostri discorsi” e “Il vostro gioco”, con cui è arrivata la partecipazione alle selezioni discografiche di Sanremo Giovani nel 2013 e 2014, “Lucifero o Beatrice” finalista al Premio Fabrizio De Andrè, e “Psicosi”, brano vincitore del Premio Ernesto de Pascale per la miglior canzone italiana all’interno del Rock Contest Controradio 2015; tale premio permetterà agli Amarcord di registrare il secondo album, in uscita nel 2017, presso lo ZooStudio di Ligabue, che li ha premiati. Nel 2017 gli Amarcord vengono selezionati per le finali di Musicultura, ottenendo dalla giuria il premio per la miglior performance live della serata di esibizione. Inoltre, sempre nel 2017, il gruppo partecipa con successo al contest 1MNext, che li porterà sul palco del “Concertone” del Primo Maggio a Roma in Piazza San Giovanni. Francesco Mucè, il frontman della balla band fiorentina si aggiudica inoltre il “Premio Autore SIAE” 2017.
L’INTERVISTA
Vi va di raccontarci come è stata l’esperienza del festival Voci per la Libertà? Perché dopo aver vinto numerosi importanti premi avete scelto di partecipare ad un festival come il nostro che parla di diritti umani? Quali erano le vostre aspettative?
Voci per la Libertà per noi è stato un bellissimo rimedio contro la paura di essere soli in un mondo dove chi urla più forte sembra sempre essere in maggioranza. L’idea di participare ci è venuta leggendo di Nada e del suo premio e ascoltando il suo brano. In qualche modo si è risvegliata in noi l’idea che le canzoni possano essere dei veicoli molto potenti anche per grandi messaggi umani e umanitari. Questa idea tende a sfumare nel mercato musicale in cui si prediligono altri tipi di messaggi. Avevamo una canzone che poteva essere adatta e ci andava di prestare la nostra voce per una causa più grande. Speravamo di tornare più ricchi di quando siamo partiti cosa che si è verificata.
Pensate che la musica possa davvero essere un efficace strumento per sensibilizzare sui diritti umani? Nello specifico, il vostro brano presentato in concorso “I nostri discorsi” di cosa parla?
In “The Mission”, meraviglioso film con Robert De Niro,Jeremy Irons e la colonna sonora di Ennio Morricone, ad un certo punto si dice che se l’occidente avesse usato le orchestre sinfoniche avrebbero evangelizzato e sottomesso l’america latina molto prima che con le armi e i testi sacri. La frase è provocatoria ma ci trova d’accordo. La musica è uno strumento potente per veicolare ogni tipo di messaggio, si pensi ai Jingle pubblicitari per farsi un’idea della cosa. I nostri discorsi è un brano che è stato scritto dopo la morte di Vittorio Arrigoni, attivista italiano morto a Gaza nel 2011. La madre lo ricordò in televisione lanciando un messaggio di suo figlio, “ricordiamoci di essere umani”. Fu commuovente quella donna che non si lasciò andare all’odio o alle grida trovando la forza di mandare un messaggio così positivo e importante. Non siamo più abituati a ricevere questi esempi, la televisione e la sua fascia pomeridiana hanno fatto spettacolo delle tragedie col solo scopo di terrorizzarci senza alcun messaggio intelligente. Ecco allora che è nato il ritornello dei nostri discorsi che poi nelle strofe racconta la solitudine della nostra generazione che ha visto un sacco di fedi nuziali da rifondere e che si è messa gli auricolari per isolarsi dal mondo.
Come nascono gli Amarcord? Perchè questo nome?
Gli Amarcord nascono a Firenze tanti anni fa. Due cugini, Marco e Francesco, che scrivevano canzoni ed hanno coinvolto altri amici musicisti. Il nome (vuol dire “mi ricordo”‘in dialetto romagnolo) l’abbiamo scelto, ispirati dal film di Federico Fellini, perché fortemente evocativo e perché carico della magia che hanno le parole fuori dal lessico quotidiano. In qualche modo questa scelta ci tiene legati alle radici tradizionali e regionali dell’Italia e alla bellezza delle produzioni artistiche che ha saputo produrre.
Dopo il concertone del 1 Maggio a Roma, con centinaia di migliaia di spettatori, come affrontare ora anche piccoli palchi?
La musica è un settore molto difficile in questo momento. Bisogna abituarsi agli sbalzi d’umore e restare molto concentrati su cosa si vuole fare, cosa si vuole dire e come. Per noi ogni concerto ha la stessa importanza. Vogliamo dare sempre il 100% per coinvolgere chi è presente perché ci interessa ogni possibile contatto individuale e ogni feedback. Il pubblico di Voci per la Libertà deve averlo percepito dal momento che ci ha dato il suo premio.
Cosa distingue la vostra musica? Da dove provengono le vostre influenze musicali?
La nostra musica guarda ai gruppi di musica pop e indie internazionali ma stiamo attenti a tutto quelli che succede nel mondo. Non siamo chiusi in un genere che ci soffoca, siamo un progetto aperto che si lascia influenzare dalle sonorità che il mondo propone per fornire la nostra chiave di lettura e la nostra visione.
Quali sono i vostri progetti artistici per il prossimo futuro?
Si muovono cose. Le registrazioni del nostro secondo album che Ligabue ci ha invitato a fare a casa sua, la partecipazione al Primo Maggio di Roma e il premio Siae dato a Francesco come migliore Autore sotto i 30 anni hanno smosso qualcosa. Non diciamo nulla per scaramanzia ma a Marzo/Aprile 2018 dovrebbe uscire il nostro secondo disco con un’etichetta e tutta una serie di presupposti molto interessanti.
I NOSTRI DISCORSI
(tratto dall’album Vittoria)
Scriviamo i nostri nomi
Ancora accanto sui muri
Che ci resteranno per sempre
Non come sulle fedi nuziali
Troppo spesso da rifondere
Scriviamo i nostri sogni
Ancora accanto sui muri
Che non si avvereranno
Ma non li cancelli con una mano di bianco
Che non bisogna essere giovani per farlo
Che ad aspettare le Vostre promesse
Non abbiamo combinato niente
RIT.
Prendiamoci un futuro migliore
Dove poterci ricordare
Di essere umani
Un mondo senza musiche volgari
Con i deserti ricoperti
Di pannelli solari
Prendiamoci un futuro migliore
Per usare come armi del progresso
Le fruste di pane
Un mondo senza più quei maledetti auricolari
Che ci hanno resi soli
Per andare contro tendenza
Uccideremo le apparenze
Rifiuteremo gli stereotipi
Che tanto passano di moda prima di noi
Li faremo passare prima di noi
Che ci siamo già tolti gli occhiali da sole
Per vederci chiaro
Sulle guerre civili che non possono esistere
Su tutte le bugie che ci raccontano
Dai volumi delle televisioni
Che coprono i nostri discorsi
Sempre più rari, sempre più seri
E inconcludenti
PER APPROFONDIRE
Sito Web: www.amarcordband.com
Pagina Facebook: www.facebook.com/amarcordfirenze/
Canale Youtube: www.youtube.com/user/AmarcordBandChannel/videos