Una band davvero coinvolgente, soprattutto sul palco, grazie a loro pop che mescola le influenze più disparate (dal rock al folk, passando per lo swing e lo ska): questa è la Statale 107 bis, vincitrice del nuovo premio Unicuisano. Qui si raccontano a Voci per la Libertà!
Breve bio della Statale 107 bis
Fondata nel 2005, la Statale 107 bis porta in giro la vitalità e l’amarezza della loro amata terra di Calabria. La band ha già all’attivo due album: il primo live, “Randagio” (2009) interamente autoprodotto e il secondo registrato in studio, “Statale 107 Bis – DEMO” (2011), contenente tre brani inediti. La band ha già una lunga carriera live: tra le varie partecipazioni a festival e contest, nel 2012 sono stati tra le band finaliste dell’Italia Wave (Love Contest) di Catanzaro Lido (CZ) e nello stesso anno vincitori del premio MIGLIOR TESTO con il brano inedito “Pena d’Amor” al LennonFestival di Belpasso (CT).
È del 2015 il loro videoclip-cortometraggio “Pena d’Amor” ad opera della casa di produzione FilminoW, tratto dall’omonimo brano del gruppo.
A Voci per la Libertà, edizione 2016, hanno vinto il Premio Unicusano, riconosciuti dall’Università Niccolò Cusano di Roma come i più bravi nel diffondere in modo virale la loro musica in rete. La Statale 107 bis vince così l’ingresso in heavy rotation su Radio Cusano Campus del loro brano in concorso Muri Muti oltre alla possibilità di farsi conoscere sulla stessa con una lunga intervista.
L’intervista alla Statale 107 bis
Vi va di raccontarci come è stata l’esperienza del festival Voci per la Libertà?
Per un gruppo “in emergenza” come la Statale far quadrare il bilancio a fine stagione è roba che Standard & Poor’s manco se la sogna. Se poi la decisione da prendere è quella di fare 2000 Km per raggiungere la provincia di Rovigo diventa questione da G8.
Perchè avete scelto di partecipare?
È stato il nostro brano “Muri Muti” a scegliere la sua piazza, non a caso quella di Voci per la Libertà: è come per le popolazioni, anche le idee si attraggono per affinità. Noi abbiamo fatto la musica, lei ha fatto il resto, non sapremmo dirlo diversamente. Portare la nostra creatura in giro a conoscere il mondo è dovere dei bravi genitori. La spinta definitiva allo spostamento, è venuta, paradossalmente, proprio dalle nostre radici: i nostri fan, che da subito ci hanno incoraggiati e materialmente sostenuti.
Quali erano le vostre aspettative?
Il tentativo di tracciare una prospettiva definita univocamente per un gruppo è sempre un pericoloso azzardo, se poi si tratta della Statale…
Come vi siete trovati?
Ci siamo trovati bene. Accoglienza ottima, organizzazione efficiente, tecnici all’altezza e giuria disponibile e competente: consigliato. Vi prendete un bel “cinque stelline” 🙂
Come nasce la statale 107 bis? Perchè questo nome?
La Calabria ha bisogno di essere raccontata in maniera vera: rifuggire i clichè, quando si tratta della nostra terra è un esercizio sfiancante. Questo accade anche per le forme sonore. La ex-Statale 107 bis è ormai quasi una stradina interpoderale, le competenze della sua manutenzione nei dieci anni di vita del gruppo sono passate da statali a regionali a provinciali, oggi è praticamente dimenticata. Nonostante ciò, resta la fondamentale via di comunicazione per raggiungere i nostri borghi medievali pluripremiati dalle televisioni. Percorrerla, curva dopo curva, buca dopo buca attraverso località dal nome evocativo come Passovecchio, Corazzo, Rapanà, Craparo, Campodenaro, scollinare e trovare perle antiche come quella di Santa Severina è il miglior modo per capire la nostra musica: siamo specchi, come tali condannati a riflettere.
In concorso avete presentato il brano Muri Muti: di cosa parla?
Muri Muti è lapalissiano. I muri sono muti, non capiamo come sia possibile affidare a loro l’oneroso compito di chiarire i rapporti tra i popoli. Nel 2015, l’Estonia, l’Ungheria, il Kenya, l’Arabia Saudita e la Tunisia, nel 2016 l’Austria al Brennero e Donald Trump ne promette uno al Messico. Dal 1945 ad oggi da 5 sono diventati 65. Molti dei quali nel maturo occidente. Ci sembrava una leggerezza da far notare.
Come la vostra musica si impegna a fianco dei diritti umani o del sociale?
L’arte deve essere pozzo torbido, mare cristallino di luna o arido deserto. Il suo ruolo, per noi, è al di là della scienza, al di là della politica. Per cambiare i fatti gli strumenti sono altri. L’arte, per noi, deve cercare dietro ai fatti, dietro alla scienza, fare emergere ciò che di sconosciuto ancora c’è nell’uomo e quando questo esce fuori dalla sua tana nell’aria pasturata a Tchaikovsky allora là serve tutta la scienza e tutti i politici. Per fare questo bisogna essere sinceri interpreti del proprio territorio del proprio ambiente senza le distorsioni della spettacolarizzazione o della professionalizzazione sfrenata. Solo così l’arte ritornerà ad essere necessaria. Non crediamo che l’impegno politico sia un compito degli artisti. Non crediamo a chi sbraita ai concerti di coloro che hanno “cambiato bandiera”.
Ci è capitato di dare una mano a chi sul territorio lotta per la difesa dei diritti, ma di lato, utilizzando il nostro spettacolo come attrattore per la propaganda o per l’autofinanziamento, ancora alcuni di noi si trovano spesso coinvolti come singoli cittadini, ma non sapremmo definire precisamente la correlazione tra la nostra musica e questi fatti.
Leggendo la vostra bio su Facebook, il vostro gruppo affonda le sue radici in terra di Calabria da cui trae linfa vitale : come questo territorio ha influito sulla vostra musica?
…non vogliatecene, ma se continuiamo a parlare della Calabria ci tacceranno di Neo-Borbonismo.
Ho trovato questa definizione: “musica strana per gente strana”. Perchè?
Crediamo che oggi, più di ieri, ci sia un conservazionismo dilagante. Questo è il nostro antidoto: affermare l’importanza della diversità. Tutti siamo diversi. Tutti siamo strani vistida vicino. Il “normale” non esiste, la normalizzazione è roba da campo di concentramento: Weird Pride!
Il brano in concorso: Muri Muti
Famiglie separate da trincee rilevate
Cammini controllati e blocchi organizzati
In malta fuoco e grida
Sulla terra nuda
Fermano i fucili i desideri ed i pensieri
I muri che reggono
Che il peso di tutte le lacrime prendono
Dei pianti delle madri
Che gridano
Ad una guerra che c’è già!
Pazzi tenuti a bada dalla pietra lavorata
Gioiscono alla vista della calce immacolata
Vivono degli umori di picozze e suonatori
Mangiano quell’aria piena di suoni e parole
I muri che riparano
Che la tempesta quotidiana nascondono
La tempesta di coloro che vivono
Strozzati dall’ avidità
Dentro la mia casa ho ritrovato una prigione
Mercenario per difesa di una solida illusione
Ma attorno a tutti quanti ci son muri parlanti
Muri muti servi miei strozzini sorridenti!
I muri che riparano
Che la tempesta quotidiana nascondono
La tempesta di coloro che vivono
Strozzati dall’ avidità
I muri che riparano
Che la tempesta quotidiana nascondono
La tempesta di coloro che vivono
Strozzati dall’ avidità
Per approfondire
Potete seguire la Statale 107 bis e tutte le date dei loro concerti sulla loro pagina Facebook