home 200Cos’hanno in comune Andrea Dodicianni, Zanko e i Marmaja? Sono grandi amici musicali di Voci per la Libertà e sono usciti in questi giorni con importanti progetti musicali. Come Festival e come Associazione gli siamo vicini e li supportiamo in queste nuove avventure che sapranno dimostrare sempre di più il loro valore artistico.

 

 

 

 

Andrea Dodicianni

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 “Sotto un treno” in video. Non è la sua prima canzone, non sarà nemmeno l’ultima,
ma chi ha potuto assaggiarne l’anteprima consiglia almeno un ascolto.
“Sotto un treno”. Il testo è semplice da un lato, tagliente dall’altro. Andrea Dodicianni ha deciso di affrontare un tema drammatico come il suicidio ancora in tempi non sospetti. Ha scelto di farlo con poche parole che inevitabilmente mettono in moto la mente e fanno riflettere sulla solitudine, l’angoscia e il dolore. Il testo ruota attorno a una persona che finisce tra le righe e l’inchiostro delle cronaca nera perché sceglie di troncare la sua vita sotto un treno. “La canzone è volutamente breve – spiega Andrea -, non servono giri di parole per spiegare un suicidio, è più utile porsi delle domande. Una bambina con una cesoia, una nonna che accarezza un fucile, una signora che trapana il tavolo dei biscotti, in tutte queste scene c’è qualcosa che non va e ci si chiede allora perché?”.

 

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“Sotto un treno” fa parte dell’EP “Canzoni al buio”. A seguito del terremoto che colpì l’Emilia del maggio 2012, all’indomani del diploma in pianoforte, Andrea parte volontario per le tende con la sua chitarra in un viaggio che lo porterà a scrivere il suo primo EP di inediti, “Canzoni al buio”, che ha appunto la particolarità di essere completamente scritto, registrato e mixato al buio, con tracce non spezzettate e senza intonatori ne sequenze. Proprio da questo lavoro è estratto “Saint Michel”, pezzo che tratta la triste storia di Federico Aldrovandi e delle morti di stato, che pur non essendo un singolo, vince il premio della giuria popolare al concorso Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty e lo porta ad esibirsi al secondo memorial della scomparsa del ragazzo.

 

 

Zanko El Arabe Blanco

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Dalle amanti del capo ai leccapiedi dei professori, dai Figli di Papà agli amici dei ministri, fino ai parenti di ogni grado e ai nominati di ogni genere, quante volte abbiamo visto passare avanti persone che non meritavano?
“Vuoi avere il posto di dirigente? Le tue esperienze non sono rilevanti, NO parente, NO party. O perlomeno un fedele inserviente, o un’amante, che ha avuto una spinta dopo una notte spinta a luci spente”. Quanto pesa questa pratica sul Belpaese?
“Con l’alibi di un passato culturalmente imponente, come si fa a competere in Occidente, se troppo sovente, chi presiede un ente, è l’amico del confidente di un presidente”.
Girato con il contributo di circa 50 figuranti, di ogni età, colore e mestiere, in gran parte ripresi sul posto di lavoro, il video vuole essere un tributo all’Italia che si dà da fare, oltre le raccomandazioni.
“Vu Raccumandà? No, grazie. Non mi va”, appunto.

 

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Il video riprende il tipico stile cosmopolita di Zanko, è prodotto da Catchy Greezzly (fra i maggiori producer Raggae in Italia) e girato dai geniali Rocco Dillon e Luca Sonny Veglia Dropthedrop con il supporto di Bunker Studio, e anticipa l’uscita dell’album #PowerPopuli, per l’etichetta indipendente L’Atlantide (distribuzione Edel), già legata a nomi di spicco del panorama hip hop nazionale (Primo e Squarta, Babaman, MAXI B, Michel, Daniele Vit etc), con il supporto di Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty e il patrocinio di Amnesty International.
Si tratta di un concept album con al centro l’Era della #Connessione, che riduce le distanze, che collega i luoghi e i popoli lontani, che dà alle persone il POTERE di contare, di far pesare la propria Connessione, #PowerPopuli appunto (con l’hashtag).
Piacevoli rivelazioni accanto a nomi piu’ noti (Esa, Jack the Smoker, Asher Kuno, Marya, Easyone etc) creano un quadro gradevole e variegato, dal sound cosmopolita, con il punto focale nella #Connessione , tecnologica, artistica e culturale.
Parte degli incassi verranno devoluti a Medici senza Frontiere, in aiuto ai rifugiati della guerra in Siria, paese d’origine di Zanko El Arabe Blanco.

 

 

Marmaja

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“Come le pagine dei libri letti” è il titolo del nuovo album con cui i Marmaja festeggiano il loro ventennale di carriera e passione musicale, è il loro quinto disco ufficiale ed è anche il primo capitolo di un progetto dal intitolato “Al cuore Marmaja, al cuore…”
L’album è composto da dodici canzoni che come pallottole che puntano al cuore, con uno stile ormai collaudato al crocevia tra folk rock e canzone d’autore, ma cariche di un’energia contagiosa, quasi inedita per il gruppo, canzoni che interrogano il cielo, suggestionate dai versi del poeta bolognese Gilberto Centi o da “Altri Libertini” di Tondelli. Tra le tracce anche “Se stasera ti va”, brano secondo classificato nel contest di Caterpillar – Radio 2 “M’illumino di meno”.
Come da tradizione, anche questa nuova produzione dei Marmaja si avvale del contributo di ospiti eccellenti: all’album partecipano Luigi “Grechi” De Gregori che duetta in un riarrangiamento della sua “Pastore di Nuvole” e l’attore Natalino Balasso che chiude le tracce spiegando, a modo suo, di cosa parla il disco e chi sono i Marmaja…
Il primo singolo estratto dall’album “Come le pagine dei libri letti” è “Stella Cadente”, un brano scritto e dedicato a tutti i sognatori che cercano la strada giusta nella vita.

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Vent’anni di storia alle spalle e cinque album all’attivo, i Marmaja propongono un brioso folk rock innamorato dalla canzone d’autore, esordiscono sul nascere ad Arezzo Wave nel 1994, affermandosi tra le nuove proposte nel panorama indipendente italiano, questo è il primo dei tanti riconoscimenti che il gruppo riceverà negli anni in vari contesti musicali (Festival Ande, cante e bali, Musica nelle Aie, Buskers di Ferrara, Follia Rotolante – Rai Due, Premio Ciampi, Caterpillar), pur rimanendo slegati da ogni logica puramente discografica.
Sono numerose anche le abbinate che il gruppo riesce negli anni a concertare nei loro festanti concerti o nei dischi (The Gang, Cristiano De Andrè, Gualtiero Bertelli, Claudio Lolli, Luigi Grechi, Natalino Balasso…) senza mai perdere di vista la propria identità musicale, partecipano con i loro brani a numerose compilation di respiro nazionale (Combat, Mille Papaveri Rossi, Not in my name, Note d’autore, Dal Profondo…), sventolando ironicamente la palma a loro cara di “veterani degli emergenti”.