Manuel Agnelli è stato il protagonista dell’ultima giornata di “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, lo storico festival che unisce musica e diritti umani e che si è concluso domenica sera a Rovigo nell’ambito della prima edizione della “Settimana dei diritti umani”, una manifestazione multidisciplinare per promuovere una cultura universale dei diritti umani che si è svolta dal 17 al 23 luglio.
Agnelli ha ricevuto il Premio Amnesty International Italia 2023 nella sezione Big, per il suo brano “Severodonetsk”, una canzone che mette l’essere umano al centro, dando voce alle vittime di violenza e sofferenza, rendendole le vere protagoniste, al di sopra della geopolitica e delle ragioni di stato. Il Premio, giunto alla sua 21ª edizione, è stato creato nel 2003 da Amnesty International Italia e dall’Associazione Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente da un solista o una band di spicco nel panorama della musica italiana.
Manuel Agnelli è stato ospite della conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio di domenica 23 luglio presso la Sala della Gran Guardia, dove ha incontrato il pubblico e i giornalisti insieme a Francesca Corbo di Amnesty International Italia, Michele Lionello, direttore artistico del festival, ed Edoardo Gaffeo, sindaco del Comune di Rovigo.
In questa occasione Manuel Agnelli ha dichiarato: “La musica possiede l’eccezionale capacità di dare voce a chi non ne ha. La vittoria del Premio Amnesty – Voci per la Libertà rappresenta un riconoscimento di grande valore per me, poiché premia la qualità dei contenuti e mi ha fatto sentire nel mio piccolo utile.
In particolare, il brano vincitore è nato da una reazione alla narrazione della guerra sui media, che troppo spesso trascurano la sofferenza umana che ne deriva. Ho cercato di raccontare delle sensazioni, che spesso sono quelle che passano in secondo piano.
La vittoria del Premio dimostra che la musica può essere una leva efficace per sensibilizzare e generare un cambiamento, e costituisce un importante riconoscimento per chi utilizza la propria arte per lottare a favore della libertà e dei diritti umani”.
Francesca Corbo di Amnesty International Italia ha aggiunto: “Il Premio a Manuel Agnelli mostra, ancora una volta, come la musica sia uno strumento potente per diffondere i diritti umani. L’esistenza di questo riconoscimento, ormai al suo 21esimo anno di età, è la prova di come i diritti umani siano qualcosa che artiste e artisti hanno a cuore e che la retorica dei musicisti che devono solo cantare o degli attori che devono solo recitare è qualcosa di ormai vecchio e superato. La musica, come tutta l’arte in generale, è sempre più una preziosa alleata per chi non vuole restare in silenzio davanti alle ingiustizie e per dare proprio voce a chi non ne ha”.
La serata è poi proseguita sul palco di Voci per la Libertà in Piazza Vittorio Emanuele II, con la finale del Premio Amnesty International Italia sezione emergenti che ha visto la vittoria di Cenere da Bologna con “Chi lo decide chi siamo?”, un brano sugli stereotipi di genere imposti dalla società e dai media, mentre a La Malaleche feat. Diva Eva da Milano con “Cuentalo” è andato il premio della critica. Il premio della giuria popolare se l’è aggiudicato Obi da Torino con “Attimo” in una finale che ha visto in gara anche Buva da Cerignola con “Sud” e Cocciglia dall’Aquila con “La mia giostra”. A Cenere va anche il premio del Mei e a Obi quello di Indieffusione.
Finale di serata con la premiazione di Manuel Agnelli la proiezione in anteprima del videoclip di “Severodonetzk” con la regia di Gipi e l’esibizione dell’artista milanese.