Amnesty International ha definito un terribile atto di violenza l’attacco, rivendicato dai talebani del Pakistan, contro Malala Youzufzai, una ragazza di 14 anni che si batte per il diritto all’istruzione.
Malala Youzufzai è stata ferita da due colpi di arma da fuoco il 9 ottobre, mentre tornava da scuola nella città di Mingora. Prima di colpirla, uno degli aggressori l’avrebbe chiamata per nome, facendola girare. Dall’età di 11 anni, si batte per il diritto delle bambine all’istruzione. Suo padre è uno dei pochi presidi che continua a sfidare il divieto di andare a scuola per le bambine, imposto dai talebani della valle di Swat.
Questo nuovo, gravissimo atto di violenza è l’ennesima prova del clima di pericolo in cui operano gli attivisti, e soprattutto, le attiviste per i diritti umani nel Pakistan nord-occidentale, costantemente minacciate dai talebani e da altri gruppi armati.
Amnesty International ha sollecitato il governo pachistano a garantire che Malala Youzufzai, attualmente ricoverata in ospedale, sia protetta adeguatamente e che ragazzi e ragazze abbiano le stesse opportunità educative nonostante le minacce portate dai talebani e dagli altri gruppi armati.
L’attentato alla vita della quattordicenne attivista per i diritti umani, Malala Yusufzai, mette in evidenza l’ambiente estremamente pericoloso con cui devono fare i conti i difensori dei diritti umani nel nordovest del Pakistan. In particolare, le attiviste vivono sotto la costante minaccia di subire attacchi dei talebani e di altri gruppi armati. Negli ultimi 12 mesi almeno due attiviste impegnate nel settore dell’istruzione per le donne, Farida Afridi e Zarteef Afridi, sono state uccise in un’ondata di attacchi mirati da parte dei talebani e di altri gruppi della regione.
Chiedi al primo ministro del Pakistan di garantire l’incolumità dei difensori dei diritti umani, in particolare delle attiviste nel nordovest del Pakistan. Alle attiviste deve essere garantita una protezione adeguata, affinché possano portare avanti il loro lavoro senza il timore di subire attacchi.
IL TESTO DELL’APPELLO:
Gentile primo ministro Raja Pervez,
lo shock causato in Pakistan e a livello mondiale dall’attacco a Malala Yusufzai e alle due compagne di classe è la prova che persone di tutto il mondo riconosce il valore universale del diritto all’istruzione di donne e ragazze, che devono avere le stesse opportunità degli uomini e dei ragazzi.
Malala sostiene l’accesso all’istruzione per le ragazze nella sua regione da quando aveva 11 anni. Suo padre continua a dirigere una delle poche scuole per ragazze nella valle dello Swat, nonostante le minacce costanti dei talebani. Il coraggio e la forza di Malala e della sua famiglia sono di ispirazione per tutti noi.
L’attacco a Malala mette in evidenza i pericoli estremi con cui devono fare i conti gli attivisti per i diritti umani nel nordovest del Pakistan. Le attiviste in particolare vivono sotto minaccia costante di attacchi da parte di talebani e di altri gruppi armati come anche di gruppi religiosi. Siamo profondamente preoccupati per la dichiarazione dei talebani secondo cui la vita di Malala non sarà risparmiata se riuscirà a sopravvivere all’attacco.
Il governo del Pakistan deve inoltre riconoscere che le minacce ai difensori dei diritti umani non arrivano solo dai talebani, ma anche da altri che nella società cercano di giustificare i loro abusi con la difesa dei sentimenti religiosi. Questi atteggiamenti vengono incoraggiati dall’incapacità dello stato di portare davanti alla giustizia i responsabili di questi attacchi.
Le chiediamo di:
• portare davanti giustizia i responsabili di questo attacco brutale e i responsabili di altri attacchi ai difensori dei diritti umani. I sospettati devono essere sottoposti a processi equi, in linea con le norme del giusto processo e senza ricorrere alla pena di morte. Va mandato il chiaro messaggio ai responsabili di tali abusi che non devono ritenersi al di sopra della legge;
• affermare pubblicamente il sostegno ai difensori dei diritti umani e il loro diritto a portare avanti il proprio lavoro senza minacce, attacchi, intimidazioni;
• garantire protezione a Malala e alla sua famiglia, alle compagne di Malala e ad altre attiviste che i talebani hanno dichiarato di voler continuare ad attaccare;
• realizzare con urgenza tutte le riforme legali e politiche necessarie per far fronte alle minacce con cui devono fare i conti le attiviste per i diritti delle donne in Pakistan. Il loro importantissimo lavoro deve essere salvaguardato, nel rispetto della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani del 1998.
La ringrazio per l’attenzione.