Si è appena conclusa la IX edizione del concorso Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty, che mai come quest’anno è stata così ricca di emozioni. L’atmosfera di gioia e commozione si poteva già respirare nel pomeriggio, durante l’incontro al Comune di Villadose con Paola Turci e il Presidente della Sezione Italiana di Amnesty International Paolo Pobbiati, dove la cantautrice romana ha espresso tutta la sua felicità nel ricevere il Premio Amnesty Italia per il brano “Rwanda”. “La gioia è mescolata al ricordo del momento in cui ho scritto questa canzone” ha dichiarato Paola durante la conferenza stampa. “La storia del genocidio mi è arrivata addosso come un macigno, non grazie alla stampa o alla televisione, ma grazie ad un film (“Hotel Rwanda”). Quando sono uscita dalla sala mi sentivo come se fossi stata violentata, era come se dovessi espiare una colpa che non avevo, ma che sentivo comunque di avere. Ho scritto questa canzone di getto, prima la musica, il giorno dopo le parole… la musica spesso aiuta a sentirci meglio. Ho pensato di aver scritto qualcosa di banale, un testo che parlasse dell’ovvietà della guerra, della giustizia. Una canzone dovrebbe avere forse un alone di sogno, ma non potevo scrivere qualcosa di diverso. Ricevere un premio così importante per questa canzone mi rende particolarmente felice. La fiamma della candela di Amnesty riaccende in me quello che si era spento la sera in cui ho visto il film”.
Qualche ora dopo il termine della conferenza stampa la cantautrice romana è salita sul palco del Parco CRG di Villadose e ha intrattenuto il pubblico con uno straordinario set acustico durante il quale ha voluto la presenza di un gruppo in concorso, i Concerto Musicale Ambaradan, per accompagnarla nel brano “Paloma Negra”, di Chavela Vargas. Un incontro musicale e artistico del tutto improvvisato, nato nel pomeriggio durante le prove, che ha regalato ai presenti grandi emozioni. In seguito Paola Turci ha ricevuto il premio per mano di Paolo Pobbiati e ha nuovamente omaggiato il pubblico, chitarra alla mano, interpretando “Rwanda”.
RWANDA – Paola Turci
Volevo vivere la mia esistenza
Lavorando e amando
Come ho sempre saputo fare
Come ho sempre saputo fare
Ma la guerra ha scelto per noi
Con le sue leggi senza senso
E il paradiso e’ diventato inferno
Sentirsi diversi e mostrarsi uguali
Ma come si vive se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive senza ossigeno
Ci hanno chiamati per definizione
Un avanzo dell’ umanità
E cosa ancora peggiore
Ci hanno lasciati soli in balìa del vento
E il fiume ora spinge i suoi morti verso ovest
Verso ovest
E il fiume spinge i suoi morti verso ovest
Ma come puoi vivere se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive
Senza ossigeno
quando il silenzio esploderà
questa terra sarà già deserto
quando la fine arriverà
la storia non salderà il conto
sembra così vicina adesso
Questa luna fredda, ghiacciata
Di fronte alla follia dell’uomo
Che non conosce tregua ne’ compassione
Ma che cos’e’ la paura in fondo
Quando il vero nemico
Il vero nemico
E’ il sonno della ragione
Perchè non puoi vivere
Se non puoi respirare
Ma dimmi come si vive senza ossigeno
Quando il silenzio esploderà
Questa terra sarà già deserto
Quando la fine arriverà
La storia non salderà il conto
Quando il silenzio esploderà
Questa terra sarà già deserto
Quando la fine arriverà
La storia non salderà il conto