Vinicio Capossela, con “Lettere di soldati”, è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sez. Italiana di Amnesty International e dalla Associazione Culturale “Voci per la Libertà” per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell’anno precedente. La premiazione di Vinicio Capossela avrà luogo a VILLADOSE(ROVIGO), nel corso della serata finale della dodicesima edizione del concorso musicale dal vivo “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 16 al 19 luglio.
“Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo” – ha dichiarato Vinicio Capossela. “Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava l’impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento. Quella sera, al Teatro Storchi di Modena, Ivano Fossati concluse il suo concerto cantando ‘Il disertore’ di Boris Vian. Io tornai a casa e pensavo a tutta questa gente sull’orlo della catastrofe. Ognuno si sentiva impaurito qui più che al fronte. Dunque fui vittima, come tutti, della Paura, la Paura minacciata ad arte, che da sempre trova la più grande cassa di risonanza. Anni sono passati e a quella guerra ne sono seguite altre, per quanto possibile ancora peggiori” – ha aggiunto Capossela. “Dopo la Paura, ho voluto provare a mettere a fuoco l’impersonalità dell’uccidere. La gente che salta in aria da lontano, senza vedersi. E soprattutto il meccanismo della regola d’ingaggio. Il regolamento dell’uccidere. Lo stabilire quando è legale ammazzare. La freddezza della tecnologia delle armi. L’applicazione della chirurgia per cambiare i pezzi rotti, i crani, gli arti a chi salta in aria. L’ho fatto a mezzo di una canzone e di un battito del cuore, cercando di rendere oggettivamente la negazione dell’uomo, l’affidare la sua anima alle lettere. Le lettere, più vere di ogni retorica, che sono quelle che non arrivano a destinazione, nella grande Paura videodiffusa. Una canzone non è nulla confrontata a quanto fanno le persone che lavorano in organizzazioni come Amnesty International. Dunque ringrazio Amnesty International per il lavoro che svolge e per l’attenzione che ha dedicato al mio”.
“La canzone ‘Lettere di soldati’ di Vinicio Capossela ci racconta immagini di guerra crude e realistiche, prive di ogni retorica romantica e senza alcuna traccia di eroismo” – ha affermato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. “Descrive la guerra come luogo della spersonalizzazione assoluta e ci porta in una dimensione in cui l’uomo perde la propria identità e umanità. Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perché porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del XXI secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione”.
LETTERA AI SOLDATI
(Vinicio Capossela)
Apre la strada
la vita e l’amore
chiude la strada
la morte e il dolore
limpida è l’aria
la palma è tranquilla
il fiume scorre
la luna non vede
che polvere e stelle
l’alba non sente
l’angoscia di noi
Piccoli soldati
piccoli e armati
dal coraggio d’ordinanza e dalla noia
dalla gloria dal rancio e dagli eroi
e dalle..
lettere d’amore
La casa ci separa e ci avvelena
nessuno tornera’ più come prima
Filo spinato
cemento armato
occhi nascosti
ovunque per terra
la radio gracchia
la testa scuote
le buche e le ruote
il cielo è soltanto
una feritoia
un recinto blindato
di un vetro di Humvee
Il deserto è tranquillo
non c’è linea del fronte
pattuglia di guardia
a balia del nulla
nulla che esplode
rovente nell’aria
odore di gomma
e carne bruciata
e pezzi di cranio
cervella per terra
e pezzi di faccia
e pezzi di noi
meccanismi d’ossa
e protesi in cambio
e sangue drenato
e sangue versato
In sacchi di plastica
torna un soldato
e lascia effetti
foto e armadietti
e alcool in branda
pornografia
e giacche graduate
lucenti e stemmate
e soldi e coraggio
e contratti d’ingaggio
lascia un alloggio
e lascia..
lettere d’amore
Uccidere non è peccato se non sei ucciso tu
uccidere non è peccato se è regola e lavoro
50 metri
sparare al motore
a 20 nel vetro
a 10 nel cuore
non hai conosciuto
chi è che hai centrato
una croce nel vetro
nebulizzato
non era un soldato
non era un soldato
piccolo e armato..
Il cielo ora è più nero e non è fumo
nessuno tornera’ più come era
La notte è serena
la palma è tranquilla
il fiume scorre
Babilonia muta
resta nel sole
e non si importa di noi
Piccoli soldati
piccoli e armati
piccoli soldati
piccoli e armati
GLI ALTRI BRANI IN CONCORSO ERANO:
CAMBIAMI |
NON METTERE |
MULTUMESC |
IL SOGNO |
LA GUERRA DELL’ACQUA |
KABUL |
RADIOCONGA |
IL GIORNO IN CUI VENNERO GLI AEREI |
QUASI TUTTI |
Della giuria che ha selezionato le proposte pervenute alla segreteria di Voci per la libertà, hanno fatto parte: Giò Alaimo (Il Gazzettino), Alessandro Besselva Averame (Mucchio), Silvia Boschero (Radio Rai), Marco Cavalieri (Radio Città Aperta), Valerio Corzani (Radio 3, il manifesto), Maria Cuffaro (Rai Tre), Luca D’Alessandro (MusicBoom), Fabio De Luca (Rolling Stone), Cinzia Fiorato (Rai Uno), Gabriele Guerra (Freequency), Ezio Guaitamacchi (Jam), Federico Guglielmi (Mucchio), Andrea Laffranchi (Corriere della Sera), Michele Lionello (Voci per la Libertà), Carlo Mandelli (QN – Quotidiano Nazionale, Il Giorno), Riccardo Noury (Amnesty International – Sezione Italiana), Diego Pinamonte (Smemoranda.it), Paolo Pobbiati (Amnesty International – Sezione Italiana), Valeria Rusconi (Gruppo Espresso), Giordano Sangiorgi (MEI), Mauro Santoriello (MTV), Gianni Santoro (XL), Stefano Starace (A Rivista), Renzo Stefanel (Rockit), John Vignola (Vanity Fair, Radio 1), Savino Zaba (Rai Uno e Radio 2), Franco Zanetti (Rockol).
Prima di Vinicio Capossela, hanno vinto il Premio Amnesty Italia Daniele Silvestri (“Il mio nemico”, 2003), Ivano Fossati (“Pane e coraggio”, 2004), Modena City Ramblers (“Ebano”, 2005) e Paola Turci (“Rwanda”, 2006), Samuele Bersani (“Occhiali rotti”, 2007) e i Subsonica (“Canenero”, 2008).